« Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: “Non si è mai vista una cosa simile in Israele!”. Ma i farisei dicevano: “Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni”. Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: “La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!” » (Mt 9,32-38).
Il potere di Gesù sui demoni è incontestabile. I farisei nemici di Gesù si trovano in una grave difficoltà: se Gesù ha un potere divino così forte ed incontestabile, allora bisogna riconoscere la sua autorità. Questa stessa autorità però sconvolge le loro interpretazioni della Legge e li costringerebbe ad obbedire ad una visione delle cose in contrasto con quello che hanno insegnato e continuano ad insegnare.
Questa è solo una anticipazione dello scontro sul punto che diventerà evidente in Mt 12, 22-32. Se il potere di Gesù non è autentico, perché lo è invece il loro? Anch’essi praticano con successo esorcismi. L’unica spiegazione che riescono a trovare è che il potere con cui vengono praticati è diverso nei due casi: il loro viene da Dio, mentre il potere di Gesù viene dal demonio. È possibile però concepire un potere demoniaco così diviso in sé stesso? Cioè – detto in altre parole – così “stupido”? « Il problema di costoro è come debbano giudicare il proprio comportamento alla luce dei successi esorcistici di Gesù. Se infatti dicono: noi esorcizziamo con il diavolo, squalificano se stessi.
Ma se dicono: Gesù esorcizza col diavolo, noi invece con Dio, perché non assumono che vi sia per un uguale esito la stessa causa, e quindi la causa sia Dio anche per Gesù? » (Klaus Berger, Commentario al Nuovo Testamento, vol. I, trad. it., Queriniana, Brescia 2014, p. 82).