Di Andrea Morigi da Libero del 29/08/2019. Foto redazionale
Scompaiono, cedendo alle pressioni governative, quattro scuole cattoliche irlandesi. Gli istituti di educazione primaria Scoil an Ghleann e Tahilla Cns, nella contea di Kerry, la Lecarrow Cns nella contea di Roscommon, e la Kilnamanagh Cns di Wexford adotteranno «un modello multidenominazionale». Le prime tre passeranno sotto l’autorità del locale provveditorato agli Studi divenendo pubbliche e la quarta sta per essere abbandonata dalla Chiesa irlandese.
Dal prossimo settembre, infatti, le scuole religiose – che rappresentano il 96% dell’istruzione elementare nell’isola – non possono più privilegiare gli studenti che condividono la loro stessa fede. Le legge sulle ammissioni scolastiche, approvata nel luglio 2018 dalla maggioranza che sostiene il primo ministro Leo Varadkar, proibisce in particolare agli istituti cattolici di garantire la priorità a chi presenta un certificato di battesimo cattolico, nel caso in cui ricevano troppe richieste d’iscrizione.
Per le confessioni minoritarie, invece, si fa un’eccezione, ufficialmente per garantire ai bambini appartenenti ad altre fedi di accedere alle scuole della propria comunità. Il privilegio, dunque, è stato tecnicamente ribaltato: un musulmano avrà così la possibilità di frequentare una scuola cattolica o islamica, a scelta dei genitori, mentre un cattolico potrebbe essere invece costretto a iscriversi in una scuola statale, pubblica e laicista. Inoltre, il diritto delle organizzazioni religiose di assumere personale che rispetti e difenda i valori del proprio datore di lavoro è stato ridotto mediante un emendamento alla sezione 37 della legge sulla parità di occupazione.
A queste condizioni, la sopravvivenza delle scuole cattoliche è a rischio. Se maestri e professori non sono tenuti a seguire la morale e la cultura cristiana nella loro attività d’insegnamento e le famiglie non sono coinvolte nel progetto formativo dei propri figli, il sistema educativo irlandese è destinato a una trasformazione radicale imposta dalla politica.
Fino a 10 anni fa, la Chiesa d’Irlanda considerava «come suo impegno primario quello di fornire un’educazione confessionale conforme al suo insegnamento e alla sua morale ai bambini che frequentano le scuole primarie gestite dalle organizzazioni cattoliche», come dichiarava nel 2010 il Consiglio per l’educazione della Conferenza episcopale irlandese sul tema della diversificazione dei patronati scolastici. Il processo di secolarizzazione – come il moto che accelera verso la fine – è proseguito più velocemente dopo che negli ultimi anni sono venuti alla luce gli scandali relativi agli abusi sessuali da parte di esponenti del clero nei confronti di minorenni affidati alle loro cure. Nel frattempo, con l’arrivo di un primo ministro gay militante sono state introdotte rivoluzionarie modifiche legislative che hanno introdotto il matrimonio fra omosessuali ed esteso la possibilità di ricorrere legalmente all’aborto, abrogando lottavo emendamento della costituzione che conferiva tutela giuridica al nascituro. Tanto che gli ospedali gestiti da organizzazioni religiose non possono rifiutarsi di praticare interruzioni di gravidanza fino a 12 settimane di gestazione.