Di Andrea Morigi da Libero del 18/11/2022
Va sempre peggio per i cristiani, oppressi per la loro fede in tutto il pianeta. In 24 Paesi africani e asiatici, la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre registra una tendenza preoccupante all’intensificazione delle violazioni della libertà religiosa. Ormai però ci abbiamo fatto talmente l’abitudine che nemmeno ci si accorge più dei genocidi come quello in atto nella Middle Belt della Nigeria. «Il mondo tace mentre gli attacchi alle chiese, al loro personale e alle istituzioni sono diventati routine. Quanti cadaveri sono necessari per attirare l’attenzione del mondo?», denuncia mons. Jude A. Arogundade,vescovo di Ondo, la cui diocesi nigeriana è stata presa di mira da uomini armati che hanno ucciso più di 40 persone durante la celebrazione della Pentecoste nello scorso giugno. A livello nazionale, tra il gennaio 2021 e il giugno 2022, 7.600 cristiani nigeriani sono stati sterminati dai terroristi islamici di Boko Haram e della Provincia dell’Africa occidentale dello Stato Islamico (ISWAP), spiega il direttore di Acs, Alessandro Monteduro. Siamo di fronte a entità statali, anche se non riconosciute, cioè a due formazioni jihadiste che «cercano di fondare califfati nella regione del Sahel, ciascuno con il proprio wali (governatore) e la propria struttura governativa».
ISLAM ALL’ATTACCO
Allo stesso tempo, «in Mozambico, Al-Shabaab ha intensificato la sua campagna di terrore, uccidendo i cristiani, attaccando i loro villaggi e appiccando il fuoco alle chiese. Il gruppo, affiliato allo Stato Islamico, ha provocato la fuga di oltre 800.000 persone e la morte di altre 4.000», continua Monteduro. La pressione dell’islam è la causa principale della scomparsa di alcune delle comunità cristiane più antiche del mondo. In Iran è illegale convertirsi al cristianesimo e chi ha il coraggio di dichiarare la propria apostasia va incontro a guai legali di ogni tipo, comprese le contestazioni sull’abbigliamento femminile e gli arresti da parte della polizia morale. In Siria, i cristiani sono crollati dal 10% della popolazione a meno del 2%, passando da 1,5 milioni del periodo precedente la guerra ai circa 300.000 di oggi. In Iraq, una comunità che contava circa 300.000 persone prima dell’invasione da parte dell’Isis nel 2014, nella primavera 2022 si era ormai dimezzata. Dallo studio di ACS emerge anche che in Paesi diversi come l’Egitto e il Pakistan le ragazze cristiane sono abitualmente soggette a rapimenti e stupri sistematici. Nella triste classifica del martirio, l’India è in costante ascesa, come riferisce il Forum Cristiano Unito per i diritti Umani, tanto da svettare con oltre 800 episodi di violenza ai danni della minoranza cristiana presente nel Paese, che comunque in totale conta 68 milioni di credenti. In forza delle leggi anticonversione si finisce in carcere per aver impartito il battesimo a degli induisti. E basta il sospetto di un’opera missionaria perché, com’è accaduto il 6 dicembre 2021 alla scuola St. Joseph di Ganj Basoda, nello Stato del Madhya Pradesh, una folla di circa 500 estremisti indù armata di spranghe di ferro e pietre si abbandoni al saccheggio. Poi c’è il comunismo. Benché venga spesso indicato come un esperimento storico fallito, l’ateismo di Stato prosegue in Corea del Nord «dove fede e pratiche religiose sono ordinariamente e sistematicamente represse». E «in Cina le autorità hanno aumentato la pressione sugli stessi cristiani, mediante arresti indiscriminati, chiusura forzata delle chiese e uso di sistemi di sorveglianza oppressivi», precisa sempre Monteduro. Scarseggiano perfino le Bibbie, oltre la Grande Muraglia, perché per stamparle occorre un permesso delle autorità. Il clima politico è reso ancora più ostile dal 2019, con il piano avviato dal Partito comunista cinese per “sinizzare” il Cristianesimo. Questo prevede «l’incorporazione di elementi cinesi nelle funzioni religiose, negli inni e nei canti, nell’abbigliamento clericale e nello stile architettonico degli edifici ecclesiastici», proponendo al contempo di «ritradurre la Bibbia o riscriverei testi biblici».
LAICISMO AGGRESSIVO
Un conflitto a bassa intensità, comunque, si verifica anche in Europa, dove l’Osservatorio per l’Intolleranza e la Discriminazione dei Cristiani in Europa ha documentato nel suo ultimo rapporto cinquecento casi nel corso del 2021, tra i quali quattro omicidi. I crimini di odio elencati, avvenuti in 19 nazioni europee, sono catalogati fra gli atti di vandalismo e se ne contano 300 fra scritte ingiuriose, danni alle proprietà e profanazioni. Senza contare 80 casi di furto di offerte in luoghi di culto, di oggetti religiosi, ostie consacrate e arredi. Inoltre, si contano sessanta casi di incendi o tentativi di incendio, almeno 14 casi di assalto fisico, insulti e minacce. In Francia, si giunge perfino all’interruzione delle processioni cattoliche. Il 30 maggio scorso un attacco violento è stato condotto a Parigi da militanti antifa di estrema sinistra, ma certi fondamentalisti islamici, non volendo essere da meno, li hanno emulati il successivo 8 dicembre a Nanterre, minacciando i partecipanti, anzi gli «infedeli», di tagliar loro la gola. Talvolta, in Spagna sono le pubbliche autorità a impedire lo svolgimento di riti e cerimonie, e talaltra, come a Jérez, sono alcune sigle sindacali a dileggiare i cortei religiosi. Magari sotto l’insegna della cancel culture, che si sta trasformando in una censura che priva la società dalla sua eredità culturale.