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“Libertà educativa, valore da custodire”

22 Ottobre 2017 - Autore: Giorgio Arconte

La genitorialità è un fattore insostituibile

Il magistero sociale della Chiesa (Dsc) indica fra i principi non negoziabili, insieme alla difesa della vita e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, anche la libertà educativa, ovvero il diritto originario dei genitori ad educare i propri figli secondo il loro progetto di vita. Sul Compendio della Dsc si legge che <la famiglia ha un ruolo del tutto originale e insostituibile nell’educazione dei figli>; la Familiaris consortio di san Giovanni Paolo II è ancora più chiara in merito, tanto da qualificare il diritto (e dovere) educativo dei genitori <come essenziale, connesso com’è con la trasmissione della vita umana; come originale e primario, rispetto al compito educativo di altri, per l’unicità del rapporto d’amore che sussiste tra genitori e figli; come insostituibile ed inalienabile,e pertanto non può essere totalmente delegato ad altri, né da altri usurpato>.

Il tema della libertà educativa delle famiglie è tornato di grande attualità anche grazie all’opera di alcune associazioni pro famiglia che in questi anni si stanno prodigando per contrastare quella che papa Francesco ha definito come una <colonizzazione ideologica> riferendosi ai progetti gender che si stanno diffondendo nelle scuole italiane. Tali progetti spesso si nascondono, creando confusione, soprattutto dietro iniziative che hanno come scopo quello della promozione di corsi all’affettività, all’educazione sessuale o di prevenzione al bullismo. Non è una regola, spesso questi corsi sono ottimi e sostenuti da professionisti competenti ma a volte può capitare che l’iniziativa sia sostenuta da gruppi ideologizzati con finalità che ledono la libertà educativa delle famiglie. Per questo è giusto ammonire lo Stato e richiamare i genitori alla loro responsabilità educativa rivendicando il loro assoluto diritto di priorità nelle scelte dei figli, anche su queste tematiche molto delicate. Sempre nella Familiaris consortio si legge che <Per gli stretti legami che intercorrono tra la dimensione sessuale della persona e i suoi valori etici, il compito educativo deve condurre i figli a conoscere e a stimare le norme morali come necessaria e preziosa garanzia per una responsabile crescita personale nella sessualità umana>. Non è, quindi, in dubbio l’importanza di corsi all’affettività o alla sessualità ma, come indica il Compendio della Dsc, <I genitori sono tenuti a verificare le modalità con cui viene attuata l’educazione sessuale nelle istituzioni educative, al fine di controllare che un tema così importante e delicato sia affrontato in modo appropriato>. Gli strumenti per esercitare questo controllo e questo diritto sancito anche dalla Costituzione italiana esistono, innanzitutto richiedendo il consenso informato preventivo ai dirigenti scolastici su tutte le attività dei propri figli.

Giorgio Arconte

Da L’Avvenire di Calabria del 22/10/2017. Foto da Wikipedia

 

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