Da Libero del 01/02/2019. Foto da 24-my.info
Juan Guaidó è il «legittimo presidente ad interim della Repubblica bolivariana del Venezuela, conformemente al disposto dell’articolo 233 della Costituzione venezuelana» e una risoluzione del Parlamento europeo «sostiene appieno la sua tabella di marcia». Non all’unanimità, perché ieri all’assemblea di Strasburgo, a fronte di 439 favorevoli, si è formata una minoranza di 88 astenuti e 104 contrari, corrispondente a oltre il 30 per cento dei 631 votanti. Fra gli italiani, «5 dei 6 eurodeputati dem che si sono astenuti sono zingarettiani. Si tratta di Brando Benifei, Goffredo Bettini, Renata Briano, Andrea Cozzolino e Cecile Kyenge», spiegano fonti renziane del Pd. Il sesto è Sergio Cofferati, fedele alla linea, emersa all’interno della Cgil, tifosa del dittatore Nicolás Maduro.
GLI INTERESSI DELL’ENI
Resta invece da chiarire se la Lega e il Movimento 5 Stelle, forze di governo in Italia, abbiano ispirato la loro scelta di astenersi alla prudenza del Pontefice oppure alle preoccupazioni per gli interessi dell’Eni, che dal governo di Caracas ha ottenuto concessioni per l’ estrazione di gas e petrolio mentre da quello di Roma attende un segnale che non arriva. Nel frattempo, l’azienda continua la propria attività e fa sapere che «non abbiamo avuto impatti produttivi e la situazione ai campi è tranquilla e sotto controllo», benché monitorata «molto attentamente». Mario Borghezio, storico esponente del Carroccio, che invoca la creazione di un corridoio umanitario per soccorrere gli italo-venezuelani, illustra a Libero i motivi dell’astensione del suo gruppo con il timore che «una posizione troppo netta di riconoscimento potrebbe giustificare rappresaglie». In più «avevamo presentato emendamenti aggiuntivi al testo a favore dei nostri connazionali, ma sono stati cassati dall’Aula», creando «un clima di chiusura totale che ha condizionato il nostro voto».
Per i pentastellati al governo parla il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, «L’Italia non riconosce Guaidó perché siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese. Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite».
Gli risponde su Twitter Guglielmo Picchi, sottosegretario agli Esteri della Lega: «Maduro? Convochi nuove elezioni autorizzando osservatori indipendenti magari mandando l’Osce ed Odihr ad operare fuori teatro. La Lega considera la presidenza Maduro terminata». In mezzo, il ministro Moavero Milanesi non sa come muoversi.
IMBARAZZO AMERICANO
Ecco perché in America si percepisce l’imbarazzo nei confronti dell’Italia. Gli Stati Uniti esortano i singoli governi europei a seguire il loro esempio e a riconoscere in tempi rapidi Guaidó come il presidente ad interim del Venezuela. Ma le pressioni esercitate dal Segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin nei confronti del ministro delle Finanze italiano Giovanni Tria, durante il loro recente incontro, affinché anche il governo Conte prendesse una posizione chiara, non hanno avuto esito.
Molto meno dubbiosi i venezuelani: l’81,9% considera Guaidó, come il leader politico più affidabile del Paese, contro il 13,4% che preferisce Maduro, secondo un sondaggio diffuso ieri dalla Hercon Consultores. In quella quota residuale di consenso per la dittatura, si contano i militari. Guaidó sta incontrandone alcuni rappresentanti in segreto per offrire l’amnistia a chi non si è macchiato di crimini contro l’umanità. Per sfuggire all’accerchiamento, Maduro ieri ha inviato le forze speciali ad assediare l’abitazione del rivale, dove si trovavano la moglie e la figlia di quest’ultimo. Guaidó è tornato a casa e, piazzato sull’uscio con la figlioletta Miranda di 20 mesi in braccio e la moglie Fabiana Rosales accanto, ha ammonito i militari a «non oltrepassare le linee rosse» perché «la famiglia si rispetta». Si è rischiato il confronto fra i sostenitori armati del regime e la popolazione accorsa a difendere Guaidó, il quale considererà il «cittadino Nicolás Maduro» responsabile per qualsiasi cosa possa succedere a sua figlia.
Andrea Morigi