Da La bianca Torre di Ecthelion del 12/07/2018. Foto da articolo
Lunedì pomeriggio, l’arcivescovo di Managua cardinal Leopoldo Brenes, il suo vescovo ausiliare mons. José Silvio Báez e il nunzio apostolico mons. Stanislaw Waldemar Sommertag sono stati picchiati dai paramilitari sandinisti delle turbas nella chiesa di San Sebastiano a Diriamba, una quarantina di chilometri dalla capitale nel sud-ovest del Paese, dove si erano recati in cerca di mediazione. Ultimamente si è infatti concentrata lì la repressione scatenata dal governo marxista contro la crescente opposizione popolare.
A poche ore dall’aggressione, però, i vescovi hanno annunciato che continueranno a negoziare «per il bene del Paese», poiché è il «miglior modo per cercare di arginare la violenza». Per il Sir, l’agenzia stampa della CEI, è un «sottile filo di speranza». Intanto una delegazione dell’Unione Europea, incontrandoli a Managua, ha espresso preoccupazione ai presuli assaliti.
Nel week-end, denuncia il Centro nicaraguense per i diritti umani (Cenidh), i partigiani del presidente rosso Daniel Ortega e del suo vicepresidente, Rosario Murillo Zambrana, che è pure sua moglie, hanno ammazzato 24 persone nel dipartimento di Carazo (cui appartiene Diriamba) e martedì è stata assediata una chiesa nel capoluogo Jinotepe. Venerdì sarà sciopero generale. L’opposizione domanda di anticipare le elezioni dal 2021 al 2019, ma la coppia al potere rifiuta categoricamente. In tre mesi, afferma il Cenidh, sono morte almeno 250 persone e più di 2 mila sono rimaste ferite.
Marco Respinti