
Da Libero del 29/09/2018. Foto da Ilpost.it
Sono rilievi critici che si potrebbero attribuire a Matteo Salvini o Viktor Orban, se non addirittura a Donald Trump. Invece li ha pronunciati, nel maggio scorso a Parigi, di fronte al Council for Foreign Relations, il finanziere George Soros. Se n’è accorto perfino lui che «dalla crisi finanziaria del 2008, l’Unione Europea sembra aver perso la strada. Ha adottato un programma di austerità fiscale che ha condotto alla crisi dell’ euro».
La prospettiva del prossimo tramonto dell’Unione Europea è presente anche nel più recente contributo dell’ ex comandante della Nato James Stavridis, anticipato da Bloomberg Business Week, dall’eloquente titolo: «L’Ue assomiglia al prossimo impero europeo crollato». Le «forze centrifughe», come la Brexit, che minacciano di «smontare il sogno di unificare il Continente», secondo il generale, produrrebbero danni anche agli Stati Uniti, sottraendo loro un partner affidabile per consegnarne i frammenti residui alla Russia di Vladimir Putin. Alla Casa Bianca non sembrano altrettanto preoccupati, comunque. Anzi, lo scetticismo verso le istituzioni europee si riflette anche Oltreoceano, creando semmai un’identità sostanziale di vedute sull’esigenza di difendere i confini e la sovranità delle proprie rispettive Nazioni.