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Il pensiero del giorno: Mc 13,33-37

3 Dicembre 2017 - Autore: Don Piero Cantoni

« Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate! » (Mc 13,33-37).

Il testo di Marco contiene alcuni elementi che lo differenziano dai paralleli di Matteo (24,42-44) e Luca (12,35-40). Un uomo che si allontana per un lungo viaggio lascia “una casa”, dentro la quale ciascuno dei servi dovrà svolgere il proprio compito, ed un “portiere” che ha il compito specifico di vigilare. La comunità cristiana viene rappresentata come un luogo operoso dove si lavora potendo contare su chi vigila. Un luogo in cui convivono diversi compiti avendo un’unica definitiva attesa, quella dell’unico Signore.

Il ritorno del Signore viene considerato possibile in una delle “quattro vigilie” in cui i Romani dividevano la notte: la sera, mezzanotte, il canto del gallo, il mattino (Mc 13,35). Qualcuno ha fatto notare i paralleli col racconto della Passione: di sera l’arresto di Gesù (Mc 14,17), a mezzanotte l’interrogatorio del sommo sacerdote (14, 60-62), al canto del gallo il rinnegamento di Pietro (14,72) e al mattino l’interrogatorio di Pilato (15,1). Il riferimento alla Passione è particolarmente interessante per comprendere l’importanza e la serietà del vegliare, di cui si mostrano incapaci i discepoli nel momento della prova (Mc 14,37-39). Alla comunità cristiana è affidato uno spazio e un tempo. A lei è affidata la storia che è già orientata nella direzione che ha voluto imprimerle l’uomo del viaggio. Le uniche cose di cui dispone la comunità sono la casa del Signore e le indicazioni operative sul da farsi in quella casa. Altro la comunità non possiede. Soprattutto non possiede la conoscenza del tempo di Dio. Ma se non possiede la conoscenza del kairòs definitivo («non sapete quando è il momento [οὐκ οἴδατε γὰρ πότε ὁ καιρός ἐστιν]» Mc 13,33), ha gli strumenti per cogliere i kairoi, ovvero i momenti, le occasioni del venire quotidiano di Gesù.

Lo stesso testo significativamente usa il presente quando indica la venuta del Signore (vv. 33 e 35). Il Signore è già presente nella comunità cristiana con la sua casa e con i compiti affidati a ciascuno dei servi. È bello, per noi, aggiungere: è presente nei servi stessi, nel portiere e nelle relazioni che questi abitanti della casa sapranno instaurare tra loro. Il cristianesimo ha a che fare essenzialmente con la storia, perché è la religione del Dio fatto uomo e quindi dell’eternità che entra nel tempo e gli dà un significato eterno. Nel tempo, il momento più importante è l’oggi, l’adesso, perché è il punto in cui il tempo che fugge tocca l’eternità. La preoccupazione del cristiano sarà dunque quella di rendere accogliente quella casa non solo per il ritorno del Signore, ma anche per tutti coloro che già la abitano. E proprio nel renderla accogliente per coloro che già la abitano, nel renderla veramente casa del Signore (Sal 23,6) per tutti, consisterà il compito affidatoci dall’uomo del viaggio. Al portiere, più direttamente, il dovere di vigilare.

Vegliate! In greco: γρηγορεῖτε, da cui il nome cristiano Gregorio. Ai servi il dovere di svolgere il compito assegnato. Il ritorno è previsto durante la notte, come lo sposo delle vergini sagge e stolte (cfr. Mt 25,1-13). La notte è suddivisa in quattro periodi secondo l’uso dei romani: « alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino » (Mc 13,35). Sono le quattro vigilie, cioè turni di guardia, in cui i romani, popolo guerriero, dividevano la notte, cioè il periodo di tempo che va dalle sei di sera alle sei del mattino. Dodici ore divise in quattro “turni”, “vigiliae”, di tre ore ciascuna. Il gallo con il suo canto alle prime luci dell’alba è il simbolo di questa veglia in attesa e in funzione della luce (quanti campanili sono sormontati da un galletto che ruota secondo la direzione del vento e ricorda agli smemorati che bisogna vegliare!). « Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole » (Mc 14,38).

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