« Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”. Gesù rispose loro: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe . Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”. Dissero allora alcuni scribi: “Maestro, hai parlato bene”. E non osavano più rivolgergli alcuna domanda » (Lc 20,27-40).
I Sadducei erano uno dei principali partiti che c’erano ai tempi di Gesù, assieme ai Farisei e agli Erodiani. I “Sadducei” raccoglievano l’aristocrazia sacerdotale, le loro famiglie e i loro adepti. Il loro nome viene o dal nome del sacerdote Sadoc del tempo di Davide (2Sam 8,17; 15,24) o dal termine ebraico che designa ‘il giusto’: צַדּיק – tzaddiq, oppure da entrambi. La loro dottrina religiosa era molto più indulgente e ‘liberale’ rispetto a quella dei farisei. Accettavano come parola di Dio esclusivamente la Torah (cioè i primi cinque libri della Bibbia) e rifiutavano tutte le tradizioni più recenti come la credenza negli angeli e negli spiriti e la resurrezione della carne. Ora si avvicinano a Gesù per metterlo in difficoltà e gli pongono una domanda “trabocchetto” in cui portano alle estreme conseguenze un precetto della legge, quello conosciuto come legge del “levirato”.
Secondo la legge del levirato (dal latino “levir” – “cognato”), il fratello del marito in caso di morte deve sposare la vedova per suscitare una discendenza al fratello (cfr. Dt 25,5-6). Il caso proposto dai sadducei a Gesù è un caso estremo: una donna diventa moglie successivamente di sette fratelli. Se c’è la resurrezione dai morti questa donna di chi sarà moglie? In termini crudi: con chi andrà a letto di questi sette fratelli? La risposta di Gesù comporta due argomenti. Uno riguarda il matrimonio che – nel senso biologico e carnale in cui lo intendono i sadducei – è una realtà passeggera di questo mondo. Nel mondo futuro infatti gli uomini « non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli ». In esso infatti la morte sarà definitivamente sconfitta e non ci sarà dunque la necessità di assicurare una discendenza.
L’altra riguarda il rapporto con Dio che va necessariamente oltre la morte. Se Dio stabilisce una relazione questa relazione deve essere eterna, come è eterno Dio. Gesù risponde ai sadducei citando un testo del Pentateuco, l’unica Scrittura da loro accettata, in cui si parla della relazione che Dio intrattiene con i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe e Dio « non è Dio dei morti, ma dei viventi! ». L’amore, qualunque amore, se è autentico, è eterno. Gli sposi qui non devono pensare che nel “mondo nuovo” scomparirà il loro amore matrimoniale. Scomparirà solo il loro amore “biologico”. Chi è chiamato alla castità per il Regno dei cieli anticipa già su questa terra uno stato che sarà definitivo per tutti nel mondo dei risorti.