« “Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza”. I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: “Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole” » (Lc 16,9-15).
Che cos’è questa “ricchezza disonesta”? In che cosa, o in Chi riponi ultimamente la tua fiducia? Una fiducia totale e definitiva non può essere accordata a due cose o a due persone insieme, bisogna scegliere. O Dio o la “ricchezza”. Qui il testo ha “mammona” che è la traslitterazione della parola aramaica מָמוֹנָא, che significa “ciò in cui si ha fiducia”, “i beni su cui ci si appoggia”. La ricchezza in sé non è disonesta o ingiusta, ma facilmente cattura il cuore dell’uomo peccatore e lo rende suo schiavo.
“La ricchezza è una buona serva, ma è la peggiore delle amanti” (Francesco Bacone). Essa è come l’ “anello del potere” di cui parla Tolkien nel suo capolavoro “Il Signore degli anelli”; o meglio ad essere l’anello del potere non è la ricchezza in sé stessa, ma l’attaccamento ad essa (e questo è forse il significato preciso dell’espressione μαμωνᾶ τῆς ἀδικίας – ricchezza disonesta). Il simbolo dell’anello rende bene il concetto: non è il potere in sé che in molti casi è utile e prezioso, ma il “matrimonio” con il potere che è qualcosa di terribilmente negativo. Chi si impadronisce dell’anello e lo porta abitualmente diventa uno spettro, un uomo senza volto e senza personalità. Non è più sé stesso. Come si fa a liberarsene?
Una passione non è vinta da una passione contraria, ma da una passione più forte. Un amore negativo non è mai vinto veramente dalla volontà di liberarsene, ma da un amore vero che in quanto tale è destinato a crescere e a riempire il cuore. Il cuore vuoto non sta, ma quando è pieno non c’è più spazio in lui per altre cose: è libero. « Beati in poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli » (Mt 5,3)