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Il pensiero del giorno: Rm 1,1-7

16 Ottobre 2017 - Autore: Don Piero Cantoni

« Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo -, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo! » (Rm 1,1-7).

Questo brano che rappresenta l’ingresso nella meravigliosa lettera ai Romani dell’apostolo Paolo, contiene un’affermazione che può colpire e anche scandalizzare. « […] nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore ». A una prima lettura superficiale potrebbe sembrare che Gesù di Nazaret era all’origine un uomo come gli altri « nato dal seme di Davide secondo la carne » e che solo poi – in virtù della sua risurrezione – è stato « costituito [ὁρισθέις-έντος] Figlio di Dio ». Possiamo dire che Gesù è “diventato” Figlio di Dio? Quando lo sperma maschile incontra un ovulo femminile è concepito un uomo. I due gameti maschile e femminile “diventano” un uomo. L’uomo – ogni uomo – è « ad immagine di Dio » (Gen 1,27). Posto che il Figlio eterno di Dio è « immagine del Dio invisibile » (Col 1,15), ogni uomo, quando appare sulla scena dell’essere, è Figlio di Dio. A causa del peccato tuttavia – se rimane in lui la chiamata ad essere Figlio e la possibilità di diventarlo – la “somiglianza” è distrutta (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 705). Per diventare Figlio di Dio deve « nascere dall’alto/di nuovo [ἄνωθεν] » (Gv 3,3-7) con il Battesimo che si può realizzare in tre forme: acqua, desiderio, sangue. Ci sono dunque tanti modi di “diventare”. Gesù è già Figlio di Dio per nascita, ma lo “diventa” tuttavia in pienezza a favore di tutti coloro che crederanno in lui mediante la risurrezione. Anche noi – se siamo stati battezzati – siamo “già” Figli di Dio (cfr. 1Gv 3,1), ma lo dobbiamo diventare con la nostra vita, accettando che la nostra vita sia trasformata dalla vita di Gesù. San Tommaso d’Aquino diceva che la grazia è « quaedam inchoatio gloriae [è un certo inizio della gloria] ». La nostra risurrezione rappresenterà « la rivelazione dei figli di Dio » (Rm 8,19). Così come Gesù è diventato quello che era, anche noi – con la sua grazia – dobbiamo diventare quello che già siamo.

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