« Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: “È lecito o no guarire di sabato?”. Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: “Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere nulla a queste parole » (Lc 14,1-6).
Invitato a pranzo in giorno di sabato Gesù si trova davanti un malato di idropisìa. Gesù stesso prende l’iniziativa e li interroga sulla liceità di una guarigione in giorno di sabato. Di fronte al loro silenzio compie due gesti che – ad uno sguardo superficiale – sembravano infrangere la legge: compie un “lavoro”, cioè guarisce e tocca il malato che è impuro. Poi però spiega perché la legge non è affatto infranta. Il sabato è il giorno del riposo e della restaurazione: è dunque il giorno più adatto per compiere una liberazione, perché tale è la liberazione di un malato dal peso di una malattia. Se l'”impurità” è il simbolo della trasmissione del peccato, qui essa non ha luogo, perché l’influsso si dà in senso inverso: quella che viene trasmessa infatti è libertà e ristoro. « Molte azioni e parole di Gesù sono […] state un “segno di contraddizione” (Lc 2,34) per le autorità religiose di Gerusalemme, quelle che il Vangelo di san Giovanni spesso chiama “i Giudei” [cfr. Gv 1,19; Gv 2,18; Gv 5,10; Gv 7,13; Gv 9,22; Gv 18,12; Gv 19,38; Gv 20,19], ancor più che per il comune popolo di Dio (Gv 7,48-49).
Certamente, i suoi rapporti con i farisei non furono esclusivamente polemici. Ci sono dei farisei che lo mettono in guardia in ordine al pericolo che corre [cfr. Lc 13,31]. Gesù loda alcuni di loro, come lo scriba di Mc 12,34, e mangia più volte in casa di farisei [cfr. Lc 7,36; Lc 14,1]. Gesù conferma dottrine condivise da questa élite religiosa del popolo di Dio: la risurrezione dei morti [cfr. Mt 22,23-34; Lc 20,39], le forme di pietà (elemosina, preghiera e digiuno) [cfr. Mt 6,2-18 ], e l’abitudine di rivolgersi a Dio come Padre, la centralità del comandamento dell’amore di Dio e del prossimo [cfr. Mc 12,28-34] » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 575). Gesù pretende molto da coloro che sono (o che pretendono di essere…) i migliori.