di Silvia De Ascaniis
Il turismo, come tempo straordinario nel quale coltivare lo spirito e fortificare la salute dell’anima e del corpo, è un’esperienza di cui si sente l’esigenza di parlare per condividere i frutti di tale “coltivazione”. Oggi la comunicazione umana è sempre più mediata e dunque plasmata dal cosiddetto “web sociale”, il quale offre possibilità di contribuire direttamente alla pubblicazione d’informazioni online, oltre che di fruirne, e di attivare un estensivo passa-parola diffuso in particolare sui social media.
Nel settore turistico sono note le piattaforme che permettono di lasciare opinioni su diversi servizi e di raccontare le propria esperienza, così come di comparare le offerte sulla base delle valutazioni di altri utenti. Questi contenuti – chiamati in gergo tecnico “contenuti generati dagli utenti” – sono sempre più usati per le indagini di mercato e per le analisi dei cambiamenti nelle abitudini di consumo, ma forniscono anche un punto di accesso diretto all’esperienza di tanti turisti. Molti dei lettori, probabilmente, prima di scegliere dove andare a cena, dove alloggiare durante un viaggio o quale destinazione visitare, hanno l’abitudine di cercare sulla rete l’opinione di altri utenti e magari alcuni hanno anche redatto di propria mano – sarebbe più appropriato dire di propria tastiera – recensioni o diari di viaggio. Questo tipo di documenti guida sempre più le scelte dei consumatori perché è percepito come espressione di opinioni genuine – non dettate da obiettivi di profitto – e basate su esperienze dirette. Molto spesso il recensore non soltanto descrive e valuta il servizio o la destinazione oggetto della propria recensione di viaggio, ma aggiunge elementi di vita e di riflessione molto personali, che rivelano la “straordinarietà” della sua esperienza.
Utilizzo come esempio una ricerca scientifica di cui sono coautrice, che prende in considerazione la voce di turisti giunti da diversi luoghi del mondo per visitare un’attrazione del patrimonio sacro della tradizione cristiana, la Basilica di San Paolo Fuori le Mura a Roma, raccogliendo e analizzando numerose recensioni lasciate su una delle principali piattaforme online di viaggi e turismo. L’indagine è stata guidata da una duplice domanda: nei casi di giudizi estremamente positivi sulla basilica, che cosa ha reso l’esperienza di visita straordinaria? La bellezza artistica del luogo è stata mediatrice di un’esperienza spirituale (anche, e soprattutto, per i non cristiani)?
La basilica è situata a circa due chilometri fuori dalle Mura Aureliane che cingono Roma e fu eretta all’inizio del secolo IV dall’imperatore Costantino (272-337) sul luogo in cui è stato sepolto l’apostolo san Paolo (5/10-64/67). Fino alla costruzione di San Pietro è stata la basilica più grande della Cristianità e luogo di pellegrinaggio rinomato per le opere artistiche che contiene. Distrutta da un incendio nel 1823, è stata riscostruita identica all’originale. Ogni anno, il 25 gennaio, giorno anniversario della conversione di san Paolo, nella basilica si chiude solennemente la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.
L’esercizio di ascolto della ricerca citata mostra che i visitatori entusiasti di San Paolo Fuori le Mura – oltre il 90% del campione – hanno dato merito, in particolare, all’atmosfera solenne che comunica pace, all’armonia estetica tra l’interno e l’esterno, alla cura nella conservazione e nella pulizia interpretata come segno del valore e dell’affezione per il luogo, nonché al legame della basilica con i valori della civiltà che l’ha costruita – di cui gli elementi artistici e architettonici sono espressione. A ogni modo, l’argomento di valutazione più forte emerso dai racconti dei visitatori è legato alla natura religiosa dell’attrazione ed è la spinta a “coltivare Dio”, grazie sia a caratteristiche strutturali come cappelle e luoghi di raccoglimento, sia soprattutto alla possibilità di visitare le reliquie di un testimone della fede.
Insomma, il pellegrinaggio si pone, ancora oggi, come attività devozionale favorita dai credenti, ma anche come richiamo – o almeno curiosità – per chi non crede. Numerose recensioni prese in considerazione dalla ricerca rivelano un apprezzamento esplicito per la possibilità che viene data a tutti di accedere alle zone di culto e di ricevere il messaggio cristiano, un’apertura, questa, che definisce l’essenza e insieme l’obiettivo della Chiesa Cattolica, universale per natura, vocazione e missione.
Le parole di un visitatore che ha commentato sulla piattaforma rispondono adeguatamente alla domanda se la bellezza di un’opera artistica apra o meno la strada alla ricerca del trascendente: «San Paolo, l’Apostolo delle Genti, ha a Roma una Basilica fuori le Mura Pontificie, meravigliosa, ricca d’arte in stile bizantino, dove si respira aria di pace e di tranquillità, dove la fede è appagata dagli affreschi e mosaici che adornano la Basilica» (dolly, su TripAdvisor.com)