L’affondo di «Civiltà cattolica»
Padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, non gradisce la civiltà cattolica. Nel senso che non appena ne affiora un germoglio, vorrebbe sradicarlo. «Fondamentalismo evangelicale e integralismo cattolico» è il titolo dell’ intervento che firma, sull’ultimo numero del quindicinale della Compagnia di Gesù, insieme al pastore presbiteriano Marcelo Figueroa, direttore dell’ edizione argentina dell’Osservatore Romano.
Insieme, se la prendono con alcune presunte tendenze della destra conservatrice americana. Vi sono derive confessionaliste nel mondo ispanico e negli Stati Uniti e laudatores temporis acti, cioè dell’ epoca dell’ alleanza fra trono e altare in Europa. Certo. Non hanno più senso in tempi di secolarizzazione. La fine della Cristianità storica l’ aveva già analizzata Joseph Ratzinger nel 1958 nel suo articolo I nuovi pagani e la Chiesa.
Gli autori concludono che Papa «Francesco rifiuta radicalmente l’idea dell’attuazione del Regno di Dio sulla terra, che era stata alla base del Sacro Romano Impero e di tutte le forme politiche e istituzionali similari, fino alla dimensione del “partito”». In realtà, quell’obiettivo lo perseguivano gli eretici, che la Chiesa cattolica combatteva talvolta con qualche eccesso di cui ha dovuto chiedere perdono. Andrebbero perdonati anche loro, perché nei seminari è stata insegnata loro la storia in versione marxisteggiante. Il Santo Padre, invece, non ne ha mai subito l’influenza e per questo fu esiliato a Córdoba dai suoi confratelli seguaci della teologia della liberazione marxista, proprio coloro che volevano attuare il Regno di Dio sulla terra. E ci vorrà un anticomunista come Papa san Giovanni Paolo II per riabilitarlo, nominandolo vescovo ausiliare di Buenos Aires nel 1992.
Nel mirino della coppia di direttori indignati, in realtà c’è Donald Trump. Vuole combattere il male. Così loro combattono il presidente degli Stati Uniti d’ America. Lo hanno votato i tradizionalisti, ancora sensibili alla tutela dei princìpi non negoziabili. Non se ne sono pentiti. Lui ha mantenuto le promesse. Ma quel rapporto è alimentato da una «visione teopolitica» e dai suoi esponenti, come il vituperato «Steve Bannon, attuale chief strategist della Casa Bianca e sostenitore di una geopolitica apocalittica». E, soprattutto, sono contrari all’immigrazione selvaggia e al fondamentalismo islamico.
Ma qui il problema è esegetico e riguarda proprio l’Apocalisse, cioè chi sia da considerare l’Anticristo. L’identikit è chiaro: colui che si presenta ingannevolmente come il difensore del cristianesimo. I suoi sostenitori «promuovono un ecumenismo del conflitto che li unisce nel sogno nostalgico di uno Stato dai tratti teocratici». E invece la contrapposizione la stanno creando Spadaro e Figueroa, utilizzando lo strumento della dialettica, che fa parte dell’arsenale marxista. Così mettono in difficoltà anche i cattolici che, per una volta, hanno trovato un punto concreto in comune con i fratelli protestanti.
Andrea Morigi
Da “Libero” del 15 luglio 2017. Foto da Scienza.Fanpage