Promosso da Alleanza Cattolica e da Cristianità, a Roma, il 10 e l’11 dicembre 1994, un convegno con la partecipazione di esperti e di testimoni, per fare il punto sulla situazione e dare una risposta articolata alla domanda relativa al cosiddetto «crollo del comunismo».
A cinque anni dalla caduta del Muro dì Berlino e dall’apertura della Cortina di Ferro
«1989-1994: alla ricerca del nemico perduto. Dall’impero socialcomunista all’egemonia progressista»
Con il canto del Vexilla Regis — inno dei Vespri nel tempo della Passione composto a Poitiers attorno al 569 da Venanzio Fortunato in occasione dell’arrivo di una reliquia della Santa Croce donata a santa Redegonda da Giustiniano II, imperatore d’Oriente — nel pomeriggio di sabato 10 dicembre 1994 si è aperto a Roma, presso l’Augustinianum, il Convegno internazionale 1989-1994: alla ricerca del nemico perduto. Dall’impero socialcomunista all’egemonia progressista, promosso da Alleanza Cattolica e da Cristianità.
Davanti a circa trecento persone — un pubblico proveniente dalle più diverse località del territorio nazionale e composto in buona parte da giovani —, a nome dell’associazione promotrice ha introdotto i lavori e presieduto la prima sessione il professor Mauro Ronco, ordinario di Diritto Penale nell’Università di Modena e incaricato di Filosofia del Diritto nell’Accademia Militare della stessa città nonché esponente di Alleanza Cattolica. Indicando gli scopi del convegno, il docente ha affermato che gli organizzatori intendevano contribuire alla conservazione della memoria della «catastrofe antropologica» che si è consumata sotto i regimi di socialismo reale, nonché creare la consapevolezza che questa tragedia non si è conclusa con la caduta del Muro di Berlino ma continua ancora oggi, in modo sostanzialmente identico, in molte parti del mondo, soprattutto nei paesi asiatici, e in modo diverso, sotto veste di progressismo, in paesi dell’Occidente, in particolare in Italia. Il professor Mauro Ronco ha denunciato, quindi, il pericolo di un «colpo di spugna» su settant’anni di storia dei regimi a guida socialcomunista, che hanno lasciato soltanto un immenso ammasso di rovine spirituali e materiali, perpetrando gravissimi crimini contro l’umanità.
La prima relazione — Il costo umano del comunismo — è stata svolta dal dottor Eugenio Corti, scrittore e saggista, autore, fra gli altri, dei romanzi I più non ritornano (1a ed. Garzanti, Milano 1947), Il cavallo rosso (Ares, Milano 1983), Gli ultimi soldati del re (Ares, Milano 1994) e del saggio L’esperimento comunista (4a ed., Ares, Milano 1991), nonché attento studioso del fenomeno comunista fin dagli anni giovanili.
Il relatore ha fatto stato delle decine di milioni di vittime causate dalle rivoluzioni e dalle guerre rivoluzionarie comuniste nel mondo — circa sessanta milioni in Russia, centocinquanta in Cina e oltre due nella minuscola Cambogia —, sottolineando che la natura sanguinaria dei regimi socialcomunisti è dovuta non tanto e non solo alla necessità di dover reprimere con la forza reazioni popolari sempre rinascenti, quanto piuttosto alla volontà prometeica di creare un «mondo nuovo». Il risultato — ha concluso Eugenio Corti — è che la società comunista, la cosiddetta «società del paradiso in terra», può esistere «solo in una società di tutti morti».
Successivamente ha preso la parola il giornalista e sovietologo francese Pierre Faillant de Villemarest, fondatore e direttore del CEI, il Centre Européen d’Information, nonché autore, fra altri, di preziosi studi sui finanziamenti alla Rivoluzione sovietica e a quella nazionalsocialista e collaboratore di Cristianità. Il relatore ha trattato de La ricostituzione dell’Internazionale Comunista dal 1990 al 1994 descrivendo il fenomeno del «riciclaggio» e della metamorfosi delle strutture organizzative comuniste nell’Europa Orientale come pure la riconversione delle reti clandestine e spionistiche in business più o meno leciti. «Pretendere di combattere per il progresso sociale e per la giustizia tendendo la mano non alle vittime dei poliziotti sovietico-comunisti ma a questi ultimi significa essere cinici oppure stupidi», ha osservato il relatore francese.
A conclusione della prima sessione e prima giornata del convegno si è svolta una tavola rotonda, moderata dal dottor Marco Invernizzi, conduttore di programmi presso Radio Maria nonché esponente di Alleanza Cattolica, con la partecipazione del professor Jurij Vladimirovic Mal’cev, figura di spicco nel mondo della dissidenza russa negli anni Sessanta, autore fra l’altro de L’«altra» letteratura (1957-1976). La Letteratura del samizdat da Pasternak a Solzenicyn («La Casa di Matriona», Milano 1976) e attualmente professore di Lingua e Letteratura Russa nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, del principe albanese Gjon Gjomarkaj, già combattente anticomunista in Albania e poi redattore di Radio Vaticana, e del giornalista dottor Valerio Riva, già collaboratore di importanti testate e attualmente de il Giornale. I partecipanti hanno risposto, sulla base della propria esperienza anche esistenziale nonché della propria attività professionale, ad alcune domande concernenti la difficoltà di un’adeguata propaganda anticomunista nel passato e la necessità di essa nel presente e nel futuro.
I lavori del convegno sono ripresi la mattina di domenica 11 dicembre con la seconda — e conclusiva — sessione, presieduta daEnrico Fasana, professore straordinario di Storia e Istituzioni dell’Asia nella facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Trieste e supplente di Storia e Istituzioni del Mondo Arabo presso la stessa facoltà, che ha descritto il panorama politico dei paesi afro-asiatici, in cui emerge un «polo asiatico» di influenza comunista, al quale si aggiungono propaggini nel Medio Oriente e nel continente africano.
Quindi è intervenuto padre Angelo S. Lazzarotto, del PIME, il Pontificio Istituto Missioni Estere, che ha descritto — in una relazione su Il volto del comunismo reale in Asia oggi — la situazione di alcuni paesi asiatici a regime comunista, ricordando fra l’altro la tragedia dei boat people vietnamiti, che si svolge sotto lo sguardo indifferente dell’Occidente, e le difficoltà in cui si dibattono gli Stati che vogliono fuoriuscire dall’esperienza comunista, come la Cambogia, dove i sanguinari Khmer Rossi tentano di accreditarsi come alternativa democratica. Il relatore ha quindi osservato che le riforme economiche in corso in alcuni paesi comunisti dell’area e i cui effetti sono, peraltro, ingigantiti da un’abile propaganda, mascherano in realtà le continue violazioni dei diritti umani e in particolare la persecuzione antireligiosa ancora viva in Stati come la Cina, il Vietnam e il Laos.
La relazione conclusiva del convegno è stata svolta da Giovanni Cantoni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica e direttore di Cristianità, che ha trattato il tema Vigilanza e Contro-Rivoluzione culturale. Dopo aver ricordato che il «nemico perduto è vivo, vegeto e parzialmente travestito» e che pertanto la vigilanza non deve mai venire meno, il relatore ha affermato la necessità di un «inventario del danno morale, intellettuale, psicologico, causato da quella che è stata definita una catastrofe antropologica» e ha osservato che occorre contrastare il totalitarismo comunista soprattutto sul piano culturale, poiché gli interventi politici non sono sufficienti a combattere un fenomeno che supera le singole realtà statuali.
Al termine del convegno i partecipanti si sono recati nell’adiacente piazza San Pietro per recitare l’Angelus con il Santo Padre Giovanni Paolo II. Infine, nella cappella di Santa Monica, S. Em. il Cardinale Alfons Maria Stickler S.D.B., già Bibliotecario e Archivista di Santa Romana Chiesa, ha celebrato la Messa.
Agli organizzatori del convegno sono pervenuti numerosi messaggi da parte di personalità politiche, nazionali e locali. In particolare, il ministro delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali, on. Adriana Poli Bortone, ha ringraziato Alleanza Cattolica «per l’opera di puntuale chiarificazione del quadro politico» e ha ribadito la necessità «di smascherare i falsi miti che si nascondono sotto l’ideologia progressista»; il ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, on. Clemente Mastella, ha voluto sottolineare «la particolare rilevanza del tema»; il ministro dell’Ambiente, on. Altero Matteoli, ha espresso plauso per l’iniziativa; inoltre, si sono dichiarati spiacenti di non poter partecipare ai lavori il ministro per il Coordinamento delle Politiche Comunitarie, on. Domenico Comino, il sottosegretario al ministero degli Esteri, on. Enzo Trantino, il sottosegretario al ministero di Grazia e Giustizia, on. Mario Borghezio, il sottosegretario al ministero del Bilancio e della Programmazione Economica, on. Antonio Parlato, la sen. Marisa Moltisanti, l’on. Adolfo Urso, vice coordinatore nazionale di Alleanza Nazionale, l’on. Michele Vietti, anche a nome del gruppo parlamentare del Centro Cristiano Democratico, i deputati Valentina Aprea e Nino Strano, il sindaco di Caltanissetta, avvocato Giuseppe Mancuso, il sindaco di Marianopoli, in provincia di Caltanissetta, architetto Carmelo Montagna, e l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione della Provincia Regionale di Palermo, professor Tommaso Romano.
Agli promotori e ai partecipanti alla manifestazione — che è stata annunciata e ha avuto eco sui mass media nazionali — hanno pure inviato messaggi il professor Plinio Correa de Oliveira, presidente della Sociedade Brasileira de Defesa da Tradiçao, Familia e Propriedade — la TFP brasiliana —, Sergio De Paz, direttore dell’associazione Cubanos Desterrados, con sede a Miami, in Florida, e il dottor Silvio Ghielmi, dell’ufficio Nazionale Scuola del Movimento per la Vita.
Ai lavori hanno presenziato — fra gli altri — il professor Stanislaw Grygiel, docente di Antropologia Filosofica all’Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia, della Pontificia Università Lateranense, il dottor Mario Cicala, consigliere alla 1a Sezione Civile della Corte di Cassazione e componente del Comitato Direttivo Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati, Juan Miguel Montes Cousino, che dirige l’Ufficio Tradizione Famiglia Proprietà a Roma, il marchese Luigi Coda Nunziante, presidente dell’associazione Famiglia Domani, il professor Roberto de Mattei, presidente del Centro Culturale Lepanto, e il dottor Franco Greco, presidente nazionale della ANPIE, l’Associazione Nazionale Italiani dall’Egitto.