« Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste » (Mt 5,38-48)
Gesù cita l’insegnamento dell’Antico Testamento conosciuto come “legge del taglione”. È un principio giuridico che consente ad una persona che ha ricevuto intenzionalmente un danno da un’altra persona, di infliggere a quest’ultima un danno che può anche essere uguale a quello ricevuto, ma non deve oltrepassarlo. Cfr. Es 21,24-25; Lv 24,20; Dt 19,21. Il suo scopo era infatti di prevenire quel crescendo di violenza che l’uomo facilmente innesca quando l’ira è la sua sola legge: « Lamec disse alle mogli: “Ada e Silla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete l’orecchio al mio dire. Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette” » (Gn 4,23-24). Gesù a questo punto spiega ed esemplifica in che senso la legge dei suoi discepoli deve superare quella degli scribi e dei farisei. Non solo non debbono esigere quello che la legge consente loro, ma devono essere disposti a dare anche di più. La Mishna (l’insegnamento orale dei dottori della legge) per esempio prevede il caso dello schiaffo come particolarmente grave, che merita perciò un pagamento raddoppiato (Neziqin, Baba Qama 8,6,4). Gesù invece insegna un atteggiamento ben preciso: non devi porti davanti al tuo avversario come se tu fossi uno specchio (μὴ ἀντιστῆναι τῷ πονηρῷ): lo specchio riproduce l’immagine che ha davanti, semplicemente rovesciando le posizioni, per cui quello che era a destra passa a sinistra e vice-versa. Cioè « Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene » (Rm 12,21). È quello che aveva capito e insegnato il grande pensatore cattolico Joseph de Maistre davanti agli orrori della Rivoluzione francese che fece scorrere tanto sangue innocente ed è all’origine del laicismo moderno: « la contro-rivoluzione non è una rivoluzione di segno contrario, ma il contrario della rivoluzione ». Ma è difficile! No, di più: è impossibile alle nostre sole forze. Ma diventa realtà se accogliamo in noi, con la fede e la vita, l’Amore di Gesù. La giustizia dei discepoli di Gesù deve “superare” quella degli scribi e dei farisei: « Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli » (Mt 5,20). In che senso? L’uditorio (e anche noi…) poteva capire facilmente che doveva essere ancor più rigorosa e attenta al dettaglio di quella già molto particolareggiata dei dottori della legge. Gesù invece vuole un superamento veramente radicale, che comporti un cambiamento di livello. Per questo ha portato sei esempi. 1) Non basta non uccidere, bisogna controllare l’ira che alberga nel cuore (v. 22). 2) Non basta non commettere adulterio, bisogna controllare il desiderio lussurioso che sta nel cuore (v. 28). 3) Non basta amare la moglie per un po’, bisogna amarla per tutta la vita (v. 32). 4) Non basta giurare, bisogna essere sinceri e leali sempre, anche senza giuramento (vv. 34-37). 5) Non basta rispondere al male nella giusta misura, ma bisogna vincerlo con il bene (vv. 38-42). 6) Non basta amare chi ci vuol bene, bisogna amare anche i nemici (v. 44). Bisogna cioè essere perfetti come è perfetto Dio. Dio è santo e anche noi dobbiamo essere santi. Non nel senso letterale e materiale di essere separati dai peccatori, ma nel senso spirituale e profondo di essere “diversi”, radicalmente diversi, dai peccatori. Impossibile all’uomo, possibile all’uomo che si lascia “divinizzare” da Gesù e dal suo Spirito Santo. Lo scopo della vita è veramente grande, si perde nelle nuvole del cielo, va al di là del cielo…