« Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito “. Detto questo, spirò » (Lc 23,44-46).
Questa è la parola che Gesù ha pronunciato nell’atto della sua morte. È la parola che dovremmo pronunciare anche noi: è nelle tue mani Padre che io consegno la mia vita. La morte è il momento in cui inizia il disfacimento del corpo, perché l’anima, il suo principio di vita e di unità si distacca, ma è anche il momento in cui si può riconsegnare tutto a Dio. Tutto il proprio essere è venuto da Dio e a Dio ritorna. Riconsegnato in un atto di amore è posto al sicuro e riceverà quella vita che ora perde, liberata da tutte le sue imperfezioni e impurità. Il corpo di Gesù non conoscerà la corruzione ma gli sarà ridonato trasformato dalla potenza dell’Amore divino (cfr. Sal 16,10) non soltanto vivo, ma sorgente inesauribile di vita per tutti coloro che credono in lui.