« Rivelazione di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò per mostrare ai suoi servi le cose che dovranno accadere tra breve. Ed egli la manifestò, inviandola per mezzo del suo angelo al suo servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e custodiscono le cose che vi sono scritte: il tempo infatti è vicino. Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra » (Ap 1,1-5a).
Chi non vorrebbe sapere « le cose che dovranno accadere tra breve »? Soprattutto nei momenti di crisi questo bisogno si fa prepotente e anche tentante.
Quante persone consultano l’oroscopo, magari dicendo a se stessi e agli altri che non ci credono, ma lo consultano lo stesso. In certi momento terribili il bisogno si fa così urgente che non si teme di andare direttamente dal mago o dalla maga, personaggi d’altri tempi si sarebbe tentati di dire, che sono invece personaggi ben presenti e ben radicati nel nostro tempo.
C’è un libro della Bibbia che ci parla proprio di questo. È il libro conclusivo che si intitola “Apocalisse”, cioè “Rivelazione”, il quale ci dispiega davanti tutto lo svolgersi della storia, fino alla fine dei tempi e alla sua conclusione. In questa grande storia è racchiusa anche la nostra piccola storia, che però – per noi – è la parte più interessante, perché ci riguarda da vicino.
Questo libro è dunque un libro profetico, perché ci permette di gettare lo sguardo sulle vicende della storia sorretti ed illuminati dalla luce del creatore della storia, di colui che è « l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! » (Ap 1, 8).
Questa storia non è un groviglio inestricabile ed assurdo di eventi, non è cioè abbandonata al caso, ma è guidata e condotta in modo armonico dall’azione di Colui che ha creato il mondo in modo tale da risultare un poema bellissimo ed affascinante. In questo poema ci sono tanti attori i quali agiscono liberamente.
Il Direttore è così bravo che, pur rispettando in tutto e per tutto le loro libertà, riesce a condurre a termine la rappresentazione secondo i suoi piani. Al centro c’è l’attore protagonista: « vidi, in mezzo al trono, circondato dai quattro esseri viventi e dagli anziani, un Agnello, in piedi, come immolato » (Ap 5, 6).
La sua azione vittoriosa è il cuore di tutta la vicenda: « L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione » (Ap 5, 12).
Il Santo del giorno: Santa Margherita di Scozia Regina e vedova