Guido Verna, Cristianità n. 381 (2016)
1. L’11 aprile 2015, con la Bolla Misericordiae vultus, Papa Francesco ha indetto il Giubileo straordinario della Misericordia, racchiudendo questo tempo benedetto fra le parentesi di due straordinarie solennità: l’8 dicembre, il giorno dell’apertura, festa dell’Immacolata Concezione, e il 20 novembre 2016, giorno della chiusura, festa di Cristo Re, Signore dell’Universo.
L’indizione del Giubileo è motivata innanzitutto dalla tristezza che si prova nel «[…] dover vedere come l’esperienza del perdono nella nostra cultura si faccia sempre più diradata. Perfino la parola stessa in alcuni momenti sembra svanire. Senza la testimonianza del perdono, tuttavia, rimane solo una vita infeconda e sterile, come se si vivesse in un deserto desolato» (1).
Se la Misericordia «è la via che unisce Dio e l’uomo» (2) — e, quindi, mai è venuta o potrà venir meno —, la sua percezione da parte degli uomini è tuttavia ampiamente variabile nel tempo, fino a «[…] momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre (3).
Ebbene, oggi stiamo vivendo uno di questi momenti, forse grave come non mai, forse addirittura il più grave di sempre — almeno nell’orizzonte temporale della nostra esistenza —, giacché la misericordia pare ormai quasi del tutto dimenticata o, in tanti casi, sopravvivente solo come un ricordo sbiadito. Se al tempo di Papa san Giovanni Paolo II (1978-2005) l’enciclica Dives in misericordia (4) «[…] giunse inaspettata e colse molti di sorpresa per il tema che veniva affrontato» (5), oggi, venticinque anni dopo, la necessità di ridare senso alla misericordia e di riproporlo a un’umanità tanto «smemorata» — e, quindi, non più in grado nemmeno di sorprendersi — si è fatta sempre più urgente.
2. Nella lettera inviata il 1° settembre 2015 a mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, Papa Francesco ha ritenuto di dover focalizzare alcuni punti importanti «[…] per consentire che la celebrazione dell’Anno Santo sia per tutti i credenti un vero momento di incontro con la misericordia di Dio» (6).
Se nella bolla l’invito più insistente alla conversione è rivolto dal Pontefice a «quelle persone che si trovano lontane dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita […], agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale, […] alle persone fautrici o complici di corruzione […] questa piaga putrefatta della società […] che intende sostituire Dio con l’illusione del denaro come forma di potenza» (7), nella lettera si esplicita prima di tutto un elemento che mi pare di assoluto rilievo in vista dell’Anno Santo della Misericordia: l’aborto. Posto che «uno dei gravi problemi del nostro tempo è certamente il modificato rapporto con la vita [e che] una mentalità molto diffusa ha ormai fatto perdere la dovuta sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita» (8), il Papa ne fa discendere in primis «il dramma dell’aborto […] vissuto da alcuni con una consapevolezza superficiale», da altri come una «sconfitta» ma, al tempo stesso, come una soluzione ineludibile, ritenendo di non avere «altra strada da percorrere». In tutti i casi, comunque, è stato vissuto da ognuno come «un dramma esistenziale e morale», una «scelta sofferta e dolorosa» che ha generato una profonda e indimenticabile «cicatrice nel cuore» di tante donne. Ed è stata proprio la conoscenza diretta e personale di tali situazioni che ha orientato il Papa verso la decisione eccezionale — ma l’eccezionalità dà la misura del dramma che nel mondo si sta silenziosamente consumando — «[…] di concedere a tutti i sacerdoti per l’Anno Giubilare la facoltà di assolvere dal peccato di aborto quanti lo hanno procurato e pentiti di cuore ne chiedono il perdono».
3. La profondità del male che nell’umanità s’insinua con l’aborto è stata avvertita in modo più acuto e dilacerante da chi ha avuto una particolare sensibilità per le sofferenze umane.
Fra gli altri, ricordo, per esempio, santa Teresa di Calcutta, al secolo Anjezë Gonxhe Bojaxhiu (1910-1997), che nel discorso pronunciato a Oslo, in Norvegia, l’11 dicembre 1979 per l’accettazione del Premio Nobel per la Pace denunciava che «[…] oggi il più grande mezzo, il più grande distruttore della pace, è l’aborto» (9).
4. Dove meglio si possono cogliere le dimensioni e la profondità del male che l’aborto introduce nel mondo è però in santa Faustina Kowalska (1905-1938), delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, benché questo aspetto non mi sembra considerato come meriterebbe.
Era il 16 settembre 1937. Quel giovedì, suor Faustina avrebbe desiderato ardentemente inginocchiarsi davanti al Santissimo Sacramento per un’ora di adorazione, ma la volontà di Dio fu diversa. Come racconta lei stessa: «Alle otto sono stata presa da dolori così violenti, che ho dovuto mettermi immediatamente a letto. Ho continuato a torcermi fra gli spasimi per tre ore, cioè fino alle undici di sera. […] Gesù mi ha fatto conoscere che, in questo modo, ho preso parte alla Sua agonia nell’Orto degli Ulivi e che Egli stesso aveva permesso queste sofferenze in riparazione a Dio per i bambini uccisi nel grembo di cattive madri». E questi dolori le erano «capitati già tre volte», dalle otto fino alle undici di sera: da soli arrivavano e da soli andavano via, senza che i medici riuscissero a diagnosticare qualcosa. «Ora so — aggiunge suor Faustina — di che dolori si tratta, poiché il Signore me l’ha fatto sapere… […] Voglia il cielo che con quelle sofferenze io abbia potuto salvare dall’omicidio almeno un’anima» (10).
La «connessione» dell’agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi con l’aborto definisce in modo più drammatico possibile la «misura» del male che quest’ultimo comporta, una «misura» che è tuttavia imparagonabile a quella della Misericordia di Dio senza limiti: a chi la cerca «correttamente» — cioè chiedendo prima il perdono — non è mai negato, nemmeno per mali così grandi, come ricorda lo stesso Papa Francesco nella sua Lettera: «Il perdono di Dio a chiunque è pentito non può essere negato, soprattutto quando con cuore sincero si accosta al Sacramento della Confessione per ottenere la riconciliazione con il Padre» (11).
5. Nella bolla, il regnante Pontefice, dopo essersi affidato agli occhi misericordiosi della Madre di Gesù, estende la sua preghiera «[…] anche ai tanti Santi e Beati che hanno fatto della misericordia la loro missione di vita. In particolare il pensiero è rivolto alla grande apostola della misericordia, santa Faustina Kowalska. Lei, che fu chiamata ad entrare nelle profondità della Divina Misericordia, interceda per noi e ci ottenga di vivere e camminare sempre nel perdono di Dio e nell’incrollabile fiducia nel suo amore» (12).
Ebbene, nella profondità della misericordia divina suor Faustina aveva incontrato anche — forse soprattutto — la profondità del peccato dell’aborto. Un peccato che non riguardava, però, solo i singoli, bensì, più abissalmente, anche il mondo, per il quale, come per i singoli, si doveva perciò chiedere misericordia. Lo stesso Gesù, «dettando» le modalità della recita della Coroncina alla Divina Misericordia, volle che qualunque «richiesta» — l’espiazione dei peccati o la misericordia o la pietà — fosse rivolta al Cielo sempre «per noi e per il mondo intero». Come nota anche Ludmila Grygiel, «Cristo […] in continuazione le chiede di implorare la misericordia per il mondo intero» (13).
A suor Faustina fu dato di «vedere» come e in quale misura il peccato dell’aborto interessi il mondo, a cominciare dal «suo» mondo, la patria polacca.
Faustina — scrive ancora la Grygiel — «[…] intercede con particolare fervore per la Polonia, che ama e la cui sorte la preoccupa. […] [ha] la visione — più volte ripetutasi — della distruzione della “più bella città in Polonia” (probabilmente si tratta di Varsavia), a causa dei peccati lì commessi, [una visione che] le infligge un profondo dolore e le detta l’intenzione per una fervente preghiera. […] La mistica spesso “vede” e “pre-sente” il pericolo che incombe sopra la sua patria, la giusta ira di Dio per i peccati dei polacchi» (14). E faremmo bene a tenere a mente quello che su di loro si abbatté subito dopo: la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945); la Polonia invasa dalle truppe del Terzo Reich e da quelle dell’Unione Sovietica e spartita fra i due aggressori; l’eliminazione di diecimila suoi ufficiali massacrati dai sovietici a Katyń, più di cinque milioni di polacchi morti nel conflitto e nei Lager, e infine il lungo periodo sotto la cappa del regime socialcomunista dal 1948 fino al 1989.
Suor Faustina non ha mai elencato e specificato la natura di questi peccati dei polacchi. Come però riporta Ewa Czaczkowska nella biografia della santa, il direttore spirituale della grande mistica polacca, il beato don Michele Sopoćko (1888-1975), «[…] ricordava che quando le aveva chiesto quali peccati Dio avrebbe punito, […] [aveva risposto:] soprattutto il peccato dell’uccisione dei bambini non nati, poiché quello era il peccato più grave”». (15).
La Grygiel, da parte sua, osserva acutamente: «è molto significativa l’indicazione proprio di questo peccato nella Polonia degli anni trenta, quando il problema dell’aborto non era oggetto di pubblica discussione. è una prova ulteriore dell’intuito profetico delle diverse forme d’ingratitudine umana nei confronti di Dio misericordioso, e costituisce un importante capitolo della dottrina della nostra mistica, che — come ogni insegnamento mistico — non riguarda un particolare insignificante, una circostanza contingente o un evento banale, ma questioni essenziali, che decidono della salvezza» (16).
Nel 2014 — ultimi dati conosciuti, ma non importa la precisione del numero: basta l’ordine di grandezza per angosciare — nel mondo sono stati praticati cinquantasei milioni di aborti (17). E nel suo rapporto annuale 2014-2015 Planned Parenthood, la più grande organizzazione abortista mondiale, ha orgogliosamente comunicato al mondo che solo la sua «produzione» annuale di creature abortite — cioè l’«uccisione dei bambini non nati», per usare le parole di santa Faustina — aveva superato le trecentoventimila unità (18).
6. Il terribile buio del secolo XX — il «secolo del male» (19), il «secolo delle idee assassine», (20), — ha «costretto» il Cielo a muoversi in forze, per riportare un po’ di luce fra gli uomini ormai moralmente ridotti al quasi totale accecamento. Prima la Madonna a Fatima, poi Gesù stesso hanno attivato messaggeri e amplificatori — umilissimi e marginali, almeno secondo i criteri del «mondo» — per mezzo dei quali potessero riemergere, pro memoria, a beneficio di quest’umanità ormai degradata e dimentica, sia gli ineluttabili esiti infernali dei comportamenti «malvagi» sia le procedure per evitare tali esiti e avere la certezza di poterli addirittura rovesciare.
Nell’omelia pronunciata in occasione della dedicazione del Santuario della Divina Misericodia a Łagiewniki, nei pressi di Cracovia, san Giovanni Paolo II ebbe a dire: «Anche se il tempo e tutto il mondo possono considerarsi il suo “tempio”, tuttavia ci sono tempi e luoghi che Dio sceglie, affinché in essi gli uomini sperimentino in modo speciale la sua presenza e la sua grazia. E la gente, spinta dal senso della fede, viene in questi luoghi, sicura di porsi veramente davanti a Dio presente in essi» (21). L’Anno della Misericordia è uno di questi tempi e le tante porte della Misericordia che si possono attraversare in questo Anno sono tanti di questi luoghi.
Il secolo XXI, deve allora diventare — come vuole il Cielo — il secolo della Misericordia. Ma prima che questa possa muoversi a nostro vantaggio, è imprescindibile da parte nostra un’azione preventiva: la richiesta del perdono.
7. Per chi s’illudesse di non dover pagare pegno e di ottenere comunque la Misericordia Divina anche senza dover chinare il capo, sarà bene ricordare quanto lo stesso Gesù, il 6 giugno 1937, aveva dettato — anzi aveva «ordinato» di scrivere, non con «morbidezza», bensì con tono perentorio e inequivocabile — a suor Faustina, la Sua «segretaria della Misericordia»: «Scrivi: prima che io venga come Giudice giusto, spalanco la porta della Mia Misericordia. Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia» (22).
Per maggiore chiarezza, Gesù aveva anche fatto «vedere» a suor Faustina dove finisce chi va oltre la porta della Sua giustizia, facendole fare un tour esplorativo in questo «oltre», con tanto di guida, di modo che ne scrivesse un esauriente reportage, con uno scopo ben preciso che ci riguarda, confessato dalla stessa «esploratrice»: «Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’inferno c’è» (23).
Di quel reportage «obbligato» riporto solo un sunto, anche se sarebbe consigliabile leggerlo per esteso: «Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’Inferno. È un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. […] le […] pene che ho viste [sono sette e sono] […] pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari. […] Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda ed indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall’altro. […] Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità. […] Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno» (24).
Sono tante le anime che vivono nel secolo XXI e non credono che esista l’inferno. Ma dopo l’Anno della Misericordia saranno senza alibi; e chi non avrà riconosciuto Gesù «come Salvatore misericordioso» dovrà riconoscerlo «come giudice giusto. […] Quel giorno sarà tremendo! [Sarà] […] il giorno della giustizia, il giorno dell’ira di Dio davanti al quale tremano gli angeli» (25). Converrà, allora, farsi prendere per mano da santa Faustina e attraversare la porta della Misericordia, lasciandosi guidare da lei.
Note:
(1) Francesco, Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia «Misericordiae vultus», dell’11-4-2015, n. 10.
(2) Ibid., n. 2.
(3) Ibid., n. 3.
(4) Cfr. Giovanni Paolo II, Enciclica «Dives in misericordia» sulla misericordia divina, del 30-11-1980.
(5) Francesco, Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia «Misericordiae Vultus», cit., n. 11.
(6) Idem, Lettera con la quale si concede l’indulgenza in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, del 1°-9-2015.
(7) Idem, Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia «Misericordiae Vultus», cit., n. 19.
(8) Idem, Lettera con la quale si concede l’indulgenza in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, cit. Fino a diversa segnalazione tutte le citazioni senza riferimento rimandano a questo testo.
(9) Kathryn Spink, Madre Teresa. Una vita straordinaria, trad. it., Piemme, Casale Monferrato (Alessandria) 1997, p. 216.
(10) Santa Maria Faustina Kowalska, Diario. La misericordia divina nella mia anima, trad. it., Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, n. 1.276.
(11) Francesco, Lettera con la quale si concede l’indulgenza in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia, cit.
(12) Idem, Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia «Misericordiae vultus», cit., n. 19.
(13) Ludmila Grygiel, Misericordia Divina per il mondo intero. La mistica di Santa Faustina Kowalska, con una presentazione del card. Camillo Ruini, Cantagalli, Siena 2003, p. 107.
(14) Ibid., p. 117.
(15) Ewa K.[atarzyna] Czaczkowska, Suor Faustina Kowalska. Biografia di una santa, trad. it., San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2014, p. 107.
(16) L. Grygiel, op. cit., pp. 120-121.
(17) Cfr. i dati forniti dalla rivista scientifica The Lancet, nel sito web <http://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736(16)30380-4.pdf> (gl’indirizzi dei siti web citati sono stati consultati il 30-9-2016).
(18) Cfr. il rapporto nel sito web <https://www.plannedparenthood.org/about-us/annual-report>.
(19) Cfr. Alain Besançon, Novecento, il secolo del male. Nazismo, comunismo, shoah, trad. it., prefazione di Vittorio Mathieu, Lindau, Torino 2008.
(20) Cfr. Robert Conquest (1917-2015), Il secolo delle idee assassine, trad. it., Mondadori, Milano 2001.
(21) Giovanni Paolo II, Omelia in occasione della Dedicazione del Santuario della Divina Misericordia, del 17-8-2002, nel sito web <https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/2002/documents/hf_jp-ii_hom_20020817_shrine-divine-mercy.html>.
(22) Santa M. F. Kowalska, op. cit., n. 1.146.
(23) Ibid., n. 741.
(24) Ibidem.
(25) Ibid., n. 635.