« Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui » (Gv 3,31-36).
Il contrasto tra « chi viene dall’alto » e « chi viene dalla terra » vuol sottolineare la differenza radicale che intercorre tra il ministero di Gesù e il ministero di Giovanni il Battista. Gesù ci dona lo Spirito in pienezza. « Gesù è concepito per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria perché egli è il nuovo Adamo [cfr. 1Cor 15,45] che inaugura la nuova creazione: “Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo” (1Cor 15,47). L’umanità di Cristo, fin dal suo concepimento, è ricolma dello Spirito Santo perché Dio gli “dà lo Spirito senza misura” ( Gv 3,34 ). “Dalla pienezza” di lui, capo dell’umanità redenta [cfr. Col 1,18], “noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1,16) » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 504). In questo brano troviamo ancora delle parole che ci aiutano a capire un po’ più in profondità che cosa è la fede. Noi esercitiamo la fede quando poniamo la nostra fiducia in Dio e ci affidiamo a Dio. La fede comporta due cose: l’assenso dell’intelligenza e il consenso della volontà, per questo non può mai ridursi ad una decisione puramente intellettuale indipendente dal nostro comportamento (cfr. Gc 2,14-26). Fede e fedeltà sono come due facce della stessa moneta, in modo tale che il vero opposto di fede, non è tanto ‘incredulità’ quanto ‘disobbedienza’. « Credere in Gesù Cristo e in colui che l’ha mandato per la nostra salvezza, è necessario per essere salvati [cfr. Mc 16,16; Gv 3,36; Gv 6,40 e. a]. “Poiché “senza la fede è impossibile essere graditi a Dio” (Eb 11,6) e condividere le condizioni di suoi figli, nessuno può essere mai giustificato senza di essa e nessuno conseguirà la vita eterna se non “persevererà in essa sino alla fine” (Mt 10,22; Mt 24,13)” [Concilio Vaticano I: Denz. -Schönm. , 3012; cfr. Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1532 ] » (Ibid., n. 161). Chi si comporta male si sottopone con le sue azioni alla “vendetta dell’essere”. Posto che l’essere non è disordinato e caotico, ma ha una struttura ben precisa, chi si comporta in contrasto con questa struttura si costruisce con la sue mani l’inferno. Questa è « l’ira di Dio ». Queste conseguenze terribili possono essere evitate solo affidandoci, nell’obbedienza della fede, a Gesù, il cui nome significa YHWH salva, cioè “Egli è” (la pienezza dell’essere, che sola può riaggiustare l’essere stravolto dal peccato) “salva” per amore e misericordia. Chi non obbedisce al Figlio rimane nel circolo inevitabile dell’ira. Il confessionale è il luogo dove possiamo esercitare concretamente e fedelmente la fede nella misericordia di Dio.