« Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! » (Mt 5,20-26).
La Legge deve essere compiuta, non contraddetta. Il compimento è un superamento ad un livello più profondo. Dimentichiamo quella falsa interpretazione che forse aleggia ancora nella nostra mente e nel nostro cuore per cui Gesù supera la Legge in nome di un “buonismo” a buon mercato. Secondo questa interpretazione l’Antico Testamento era rigoroso ed esigente, mentre Gesù sarebbe venuto ad annacquare il tutto con un “amore” sentimentale e appiccicoso. Tutto ciò è semplicemente falso e da dimenticare. Gesù “compie” la Legge portandola ad un livello superiore, cioè dall’esterno all’interno, dalla pura esecuzione esterna, all’amore interno libero e radicale. Questo passaggio lo compie con delle espressioni che dovettero colpire profondamente gli uditori: « Avete inteso che fu detto agli antichi… Ma io vi dico ». Non dice semplicemente: vi è stato detto, ma vi dico. Quell’ “io” nel testo greco e anche nell’italiano risulta enfatico, sottolineato. Dio ha detto a Mosé così e così, ma “Io” vi dico… Gesù si pone cioè sulle stesso piano di Dio, perché è Dio incarnato che parla a noi. L’esempio dell’insulto al fratello è particolarmente significativo. La Legge dice “non ucciderai”, ma Gesù, il Verbo incarnato, la Parola eterna del Padre mediante cui tutto è stato creato, ci dice: non è sufficiente non togliere la vita biologica, perché tu puoi togliere la vita al fratello nel tuo cuore, anche solo pensando male di lui. Arrabbiandoti con lui, disprezzandolo, pensando che sarebbe meglio che non esistesse… « Il compimento [la pienezza – πλήρωμα], della legge è l’amore » (Rm 13,10). Questo compimento, questo passaggio di livello, è impossibile alle nostre sole forze, per questo è necessario credere in Gesù, cioè affidarci interamente a lui, accettando di essere da lui amati immeritatamente e di ri-vivere nella nostra vita il suo Amore infinito.