Da “La bianca torre di Echtelion” del 23 luglio 2015.
S’intitola The Turner Diaries e francamente è un libro maledetto. Pareva oramai sepolto nelle pieghe degli anni 1990, allorché fu avvistato in compagnia di Timothy J. McVeigh (il folle che il 19 aprile 1995 uccise 168 persone, di cui 19 bambini, nell’attentato di Oklahoma City), e invece è rispuntato il 17 giugno 2015 a Charleston, South Carolina, quando Dylann Roof ha freddato nove afro-americani. Oggi le sue pagine sulfuree arrivano anche da noi, tradotte con l’evocativo titolo La seconda guerra civile americana (Bietti, Milano 2015) e introdotte da Giorgio Galli, ed è giusto che sia così. Per «fastidioso, rivoltante e insopportabile» che il libro sia (così il curatore della collana “l’Archeometro”, Andrea Scarabelli, nella nota di decoro al testo), solo la luce può dissipare le tenebre.
In copertina firma Andrew Macdonald, ma è solo dello pseudonimo di William Luther Pierce (1933-2002), fondatore di una delle sigle più note del sottobosco della “supremazia bianca”, National Alliance. La filosofia di questi sociopatici è semplice. Razzisti, antisemiti, giurano che da un momento all’altro l’FBI sfonderà la porta per deportare i “patrioti”. Il governo è infatti una delle centrali del potere occulto con cui il complotto di banchieri, politici e “mondialisti” soggioga i veri americani, che ovviamente sono solo quelli di pelle bianca. Non resta allora che isolarsi, barricarsi e armarsi fino ai denti per resistere autarchicamente agli esattori delle tasse e al lento avvelenamento dell’acqua potabile preparandosi, appunto, per la “seconda guerra civile”. Tutto poggia su una versione perversa del protestantesimo più demenziale secondo il quale Gesù è ariano, i popoli germanici sono le tribù perdute d’Israele cioè i veri ebrei accasatisi finalmente nel “Paese di Dio”, gli Stati Uniti, e gli usurpatori sionisti la stirpe del diavolo.
Gli strumenti della persecuzione governativa sono vari, dalle tasse al signoraggio bancario, dalle ipoteche non più riscattabili ai media progressisti, dai sindacati comunisti all’immigrazione selvaggia. Ecco, proprio la questione dell’immigrazione è l’innesco di questa bomba micidiale; perché “si sa”, dicono i “patrioti”, sono “il latino” ma soprattutto “il negro” gli agenti provocatori di cui “l’ebreo” si serve per annichilire “l’ariano”. La fantapolitica distopica e assurdamente violenta de La seconda guerra civile americana lo “dimostra” alla perfezione. Il futuro immediato degli Stati Uniti (la prima edizione del libro, del 1978, ambientava la trama negli anni 1980, la seconda, del 1980, l’ha spostata negli anni 1990) è la babele etnica in cui la finanza ebraica controlla il “sistema” repressivo. “L’Organizzazione”, di cui fa parte Earl Tuner, “estensore” del diario, scatena allora la rivoluzione ariana che prima rovescia il governo americano e poi libera il mondo. Turner si sacrifica in una missione suicida per annientare il Pentagono e l’epilogo, ambientato nel 2099, regala un mondo “felice” in cui le razze non bianche sono state eliminate. Fa niente se è pura fantasia. Siccome nelle sue pagine “l’ariano” trova quel che vuol sentire dire, le pagine del libro diventano verosimili e in pochi minuti dopo sono profezia. Nel lontano 1995 Gianni Riotta stimava in 200mila le copie dei “Diari” circolate di sottobanco. Alcune sono arrivate sino alla Brüder Schweigen, gruppo di fuoco neonazista noto anche come The Order (nome ispirato appunto dai “Diari”), che iniziò nel 1983 rapinando un sex shop per poco più di 350 dollari, si raffinò rapinando banche, proseguì incendiano una sinagoga, assassinò un conduttore radiofonico ebreo e nel dicembre 1984 chiuse la carriera quando il leader, Robert Jay Mathew, finì bruciato nell’assedio della polizia su un’isola dello Stato di Washington e gli altri in carcere.
Un film per la tivù del 1997 diretto da Joe Dante s’intitola esattamente allo stesso modo, La seconda guerra civile americana, e affronta (pur senza la violenza gratuita del libro e con un finale diverso, peraltro sibillino) il medesimo argomento, l’angoscia dell’immigrazione incontrollata.
Pierce era in ritardo di 40 anni su Adolf Hitler, e di 200 sul sacerdote giacobino Henri Grégoire autore dell’Essai sur la régénération physique, morale et politique des Juifs (1788), ma non glien’è importato nulla. Il filosofo George Santayana diceva che «coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo» e Macdonald ha fatto di tutto per indurre il mondo all’oblio.
Marco Respinti