« Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” » (Lc 11,27-28).
I cattolici hanno sempre visto in due versetti: « Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore » (Lc 2,19); « Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore » (Lc 2,51 b) il modello dell’ascolto vivo e profondo della Parola di Dio. Chi meglio di Maria infatti, essendo colei che ha concepito Cristo prima nella mente e poi nel corpo, poteva sapere come accogliere e veramente ri-cordare la parola di Dio?
Vediamo innanzitutto che Maria “serba” le parole, cioè le trattiene, non le lascia scappar via. Le “custodisce”. Quando una donna dal mezzo della folla che lo ascolta prorompe in una spontanea lode della mamma di un così grande maestro: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!» (Lc 11,27), Gesù corregge, o meglio, approfondisce la lode con queste parole: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (v. 28). Se, infatti, di primo acchito, le sue parole possono avere l’apparenza di sminuire la grandezza della Madre, esse appaiono in realtà come la spiegazione profonda della sua vera grandezza. Qui “osservano” traduce il greco fylassontes, da fylassô, che implica il concetto di “trattenere”, “custodire”, “far la guardia”. Coloro che la parola la tengono stretta e non la perdono di vista come fa una guardia riguardo a ciò che ha avuto l’incarico di sorvegliare. Maria ha trattenuto la Parola di Dio e l’ha fatta sua, così sua che in lei si è fatta carne. E questo è rimasto il suo stile di preghiera e di vita. Questo “trattenere” e “custodire” però si prolunga in un movimento di riflessione. Maria conserva le parole “meditandole”, “symballousa”. Letteralmente le “mette insieme”, le collega, le raccoglie, le unisce. E questo avviene nel suo cuore. Il cuore nella Bibbia è il luogo dove tutte le facoltà proprie dell’uomo trovano il loro centro, il loro punto di partenza e il loro luogo di convergenza: intelligenza, volontà, fantasia, affetti… Quelle parole che a volte possono apparire divergenti, in tensione tra di loro, devono trovare, attraverso la riflessione attenta dell’intelligenza, sotto la spinta dell’amore di Dio e del prossimo che è come l’anima di ogni parola divina, la loro profonda unità. Ecco allora che cosa veramente è ri-cordare: “riporre nel cuore”. Un dettaglio: sto scrivendo da una località che si chiama Filetto… Era anticamente il luogo di una guarnigione bizantina: lì stavano soldati che facevano la guardia: fylassontes. La nostra comunità tutte le mattine si raccoglie in cappella davanti a Gesù esposto e, Bibbia alla mano, custodisce le sue parole, sforzandosi di non lasciarne scappare nessuna…