« Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: “Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”. Gli domandarono: “Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?”. Rispose: “Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”. Poi diceva loro: “Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo » (Lc 21,5-11).
Cristiano è colui che è « guidato dallo Spirito di Dio » (Rm 8,14). Nel mondo del cristiano però, sia interiore che esteriore, non parla solo lo Spirito di Dio! Ecco la necessità imprescindibile del discernimento.
Il discernimento degli spiriti di cui parla sant’Ignazio non è altro che un ampliamento e una « personalizzazione » del discernimento che è costitutivo della fede. Il suo campo di applicazione proprio è certamente l’interiorità, ma può (e deve) essere esteso senza forzature a tutta la realtà.
La vita spirituale infatti (la vita « secondo lo Spirito » Gal 5,16) non è solo un evento interiore, ma abbraccia tutta quanta l’esistenza cristiana, individuale e sociale. Questo discernimento personale nasce e si sviluppa nella preghiera e nel colloquio spirituale.
La lettura della Scrittura nutre la fede e rafforza il suo discernimento. La Scrittura infatti è la storia della Provvidenza divina che ci permette di assecondarla e «interpretarla» con intelligenza spirituale a tutti i livelli in cui essa opera.
Il Santo del giorno: Santi Martiri Vietnamiti (Andrea Dung Lac e 116 compagni)