« In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”. E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono” » (Lc 10,21-24).
« A Gàbaon il Signore apparve a Salomone in sogno durante la notte. Dio disse: “Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda”. Salomone disse: “Tu hai trattato il tuo servo Davide, mio padre, con grande amore, perché egli aveva camminato davanti a te con fedeltà, con giustizia e con cuore retto verso di te. Tu gli hai conservato questo grande amore e gli hai dato un figlio che siede sul suo trono, come avviene oggi. Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?”. Piacque agli occhi del Signore che Salomone avesse domandato questa cosa. Dio gli disse: “Poiché hai domandato questa cosa e non hai domandato per te molti giorni, né hai domandato per te ricchezza, né hai domandato la vita dei tuoi nemici, ma hai domandato per te il discernimento nel giudicare, ecco, faccio secondo le tue parole. Ti concedo un cuore saggio e intelligente: uno come te non ci fu prima di te né sorgerà dopo di te » (1Re 3,5-12).
Salomone si trova ad esercitare il regno dopo il grande re Davide. È ancora un ragazzo semplice e ingenuo, poi purtroppo con gli anni si perderà. Dio gli appare in sogno e gli chiede: dimmi quello che vuoi e io te lo darò. Che cosa ci vuole per guidare una moltitudine di uomini? Tanti soldi, perché con i soldi si compra tutto e si risolve tutto… Tanta potenza militare, perché con la forza si possono schiacciare tutti i nemici esterni e interni… Tanta furbizia, perché con la furbizia si possono raggirare e imbrogliare anche i nemici più intelligenti… Questi ed altri pensieri dovettero affollarsi nella mente del ragazzo, attizzati ed assecondati dal Nemico. Ma Salomone nella sua semplicità ed umiltà capisce che tutto questo non servirebbe a nulla senza la sapienza del cuore. È ancora tanto umile e non osa chiedere direttamente la sapienza, chiede piuttosto un cuore docile. Che cosa vuol dire docile? Letteralmente “insegnabile”. Disponibile a farsi insegnare, a lasciarsi guidare. « Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza ». Anche noi abbiamo tante cose importanti da fare. Come minimo abbiamo il compito più tremendamente difficile che esista: dobbiamo gestire la nostra vita! Probabilmente non solo quella: anche quella dei nostri cari, dei nostri figli, di nostra moglie, di nostro marito. Forse abbiamo anche dei dipendenti, perché siamo in un posto di responsabilità. Prima di pensare a cosa fare ricorrendo alle nostre povere e sempre insufficienti risorse, impariamo a seguire l’esempio di Salomone e chiediamo, nel silenzio della preghiera, un cuore docile alle ispirazioni e ai “tocchi” dello Spirito Santo, affinché in noi venga e abiti la Sapienza di Dio. Si realizzi in noi, per davvero, il suo Avvento