L’arte che ci guida alla contemplazione di un Mistero eterno
di Mario Vitali
“Tu sei mio Figlio” (LC – 3,22), così Dio Padre si esprime a proposito di Gesù. “Tu sei mio figlio”… così si sarà pronunciata la Madonna a proposito di Gesù.
Il 1° di gennaio, il primo giorno dell’anno, la Chiesa celebra la festa della “Madre di Dio”, la Teotokos, Colei che ha partorito Dio” (così definita dogmaticamente nel 431 dal Concilio di Efeso). Un titolo che attribuito a una creatura fa letteralmente girare la testa.
Il tono di questa festa passa però in sordina forse a causa delle feste natalizie o della notte del Capodanno, ma rimane il fatto che questo avvenimento strabiliante sancisce che la natura divina e quella umana sono unite nell’unica Persona di Cristo.
L’attesa è’ il tempo di un reciproco dono d’amore, quasi uno scambio dove Cristo dona a Maria la grazia della maternità, rendendola “piena di grazia”, e Maria dona a Cristo l’umanità, per la quale Egli diviene “vero Uomo”.
Il tema della divina maternità è diventato uno dei temi più interpretati dagli artisti di tutti i tempi. Non si contano i dipinti e le sculture rappresentanti la Vergine e il Bambino o le scene dalla Natività, ma, forse per discrezione, sono piuttosto rare la rappresentazioni dell’attesa.
I nove mesi della gestazione sono per ogni donna in un tempo particolare, un tempo nel quale si consolida il rapporto e il dono reciproco tra le due persone, sono l’attesa di un evento che sarà unico per la madre e per la creatura attesa.
Una delle opere più significative riguardanti questo periodo di attesa ci è stata lasciata dal pittore e matematico Piero di Benedetto de’ Franceschi (1416/17-1942), meglio conosciuto come Piero della Francesca, con l’opera chiamata “La Madonna del Parto”.
Di Piero, nativo di Borgo Sansepolcro e figlio di commercianti, si hanno poche notizie della sua gioventù, i biografi raccontano che studiò matematica e fu allievo di Domenico Veneziano (1410-1461) ed ebbe contatti con Masaccio (1401-1428). Molte città italiane ospitano le sue opere, da Firenze a Urbino e Arezzo e, poi, Rimini e Roma. I suoi affreschi costituiscono uno dei contributi artistici più significativi del primo Rinascimenti italiano.
L’opera di Piero della Francesca congiunge lo stile tardo gotico alla sensibilità del primo Rinascimento. In Piero si trova l’eco della luce del Beato Angelico (1395-1455), l’esigenza della profondità della scena e della prospettiva più accentuate nella pittura rinascimentale.
La Madonna del Parto fu realizzata tra il 1455 e il 1465. L’affresco era destinato all’antica chiesa di Santa Maria di Momentana ed oggi è conservato presso il Museo di Monterchi in provincia di Arezzo.
La figura di Maria che l’artista propone è particolarmente interessante.
Maria è in piedi al centro di uno spazio che si apre con una elegante e ricca tenda i cui lembi vengono scostati da due angeli, quasi a voler scoprire e mostrare un capolavoro di bellezza. La figura della Madonna, elegantissima, è appesantita dal peso del grembo che Lei sembra voler sostenere con la mano sinistra appoggiata al fianco, mentre la mano destra sfiora delicatamente il ventre come una carezza offerta al Figlio.
Il viso dolce di una giovane donna è contemporaneamente nobile, austero e sereno, lo sguardo è abbassato, la testa eretta e solenne, la fronte alta.
La figura di Maria ha la semplicità di una qualunque donna, non ha alcun attributo regale come a significare che portando in se il Verbo Incarnato ogni altro segno esterno di regalità è superfluo.
Piero della Francesca ha realizzato l’affresco nella chiesa del piccolo paese dove nacque sua madre e, così è ritenuto dai principali biografi, lo realizzò nell’anno in cui sua madre morì, come a volere indicare in Maria il modello di ogni madre.
L’attesa non è ancora il compimento ma ci prepara ad esso, nell’affresco gli angeli aprono la scena per preparare la contemplazione del mistero annunciato e che si sta per realizzare.
Più che nelle rappresentazioni della nascita l’immagine della Donna nell’attesa vede indissolubilmente congiunti Cristo e Maria.
Il tempo ora è arrivato.
Sabato, 5 dicembre 2020