di Silvia Scaranari
La catechesi del mercoledì di Papa Francesco sulla santa Messa prosegue con una riflessione sulla Liturgia della Parola, momento costitutivo della celebrazione eucaristica perché, attraverso le letture (la prima e la seconda, il Salmo responsoriale e il Vangelo), è Dio stesso che parla a ogni persona. È quindi un momento da vivere con raccoglimento, silenzio interiore ed esteriore, e grande attenzione. Se parla Dio, non ci si può distrarre. È in gioco la fede: o si crede che la Messa sia un’esperienza in grado di mettere in contatto diretto con Dio (con la Sua parola nelle letture e con la Sua Persona nell’Eucarestia) oppure si va in Chiesa solo per una passeggiata. Sottolinea il Pontefice: «Non dimenticatevi di questo. Alla Messa, quando incominciano le letture, ascoltiamo la Parola di Dio». E ancora: «Abbiamo bisogno di ascoltarlo! È infatti una questione di vita, come ben ricorda l’incisiva espressione che «non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4).
La sapienza della Chiesa offre tre diversi cicli domenicali di letture in modo da far accostare il fedele a tutto il progetto della Rivelazione, Vecchio e Nuovo Testamento. Tra la prima e la seconda lettura, c’è il Salmo che ha l’importante funzione «[…] di favorire la meditazione di quanto ascoltato nella lettura che lo precede». Spiega dunque il Santo Padre: «Si capisce pertanto perché alcune scelte soggettive, come l’omissione di letture o la loro sostituzione con testi non biblici, siano proibite. Ho sentito che qualcuno, se c’è una notizia, legge il giornale, perché è la notizia del giorno. No! La Parola di Dio è la Parola di Dio! Il giornale lo possiamo leggere dopo. Ma lì si legge la Parola di Dio. È il Signore che ci parla. Sostituire quella Parola con altre cose impoverisce e compromette il dialogo tra Dio e il suo popolo in preghiera».
Ascoltare Dio è indispensabile per orientare la propria vita, per comprendere la Sua volontà e porre il cuore in sintonia con Lui. È chiaro che non basta ascoltare con l’udito quanto invece necessario far penetrare la Parola nel cuore rendendosi docili all’azione dello Spirito Santo, proprio come dice l’apostolo san Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi» (Gc 1, 22). Dal cuore, poi, la parola di Dio torna all’esterno concretizzandosi in opere, trasformando il modo quotidiano di vivere dei credenti e riempiendo di amore il cammino dei fedeli in questa valle di lacrime.
L’uomo è un essere grande, ma allo stesso tempo molto fragile: basta poco per distoglierne l’attenzione da quanto sta succedendo. A questo proposito, il decoro dell’area dedicata alle letture nonché la capacità del lettore d’impostare la voce con la dovuta calma e autorevolezza sono aspetti tanto importanti da spingere il Papa a sottolineare che «[…] bisogna cercare dei buoni lettori!, quelli che sappiano leggere, non quelli che leggono [storpiando le parole] e non si capisce nulla. È così. Buoni lettori. Si devono preparare e fare la prova prima della Messa per leggere bene. E questo crea un clima di silenzio ricettivo».
La ricetta offerta è fatta di silenzio, attenzione, ascolto, apertura allo Spirito e ambiente decoroso in cui poter vivere un momento cruciale della settimana: il dialogo con Dio.