« Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguirono gridando: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi!”. Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: “Credete che io possa fare questo?”. Gli risposero: “Sì, o Signore!”. Allora toccò loro gli occhi e disse: “Avvenga per voi secondo la vostra fede”. E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: “Badate che nessuno lo sappia!”. Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione » (Mt 9,27-31).
« La supplica accorata dei ciechi: “Figlio di Davide, abbi pietà di noi” (Mt 9,27) o “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me” (Mc 10,47) è stata ripresa nella tradizione della Preghiera a Gesù: “Gesù, Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di me peccatore!”.
Si tratti di guarire le malattie o di rimettere i peccati, alla preghiera che implora con fede Gesù risponde sempre: “Va’ in pace, la tua fede ti ha salvato!”. Sant’Agostino riassume in modo mirabile le tre dimensioni della preghiera di Gesù: “Prega per noi come nostro sacerdote; prega in noi come nostro capo; è pregato da noi come nostro Dio. Riconosciamo, dunque, in lui la nostra voce, e in noi la sua voce” [Sant’Agostino, Enarratio in Psalmos, 85, 1; cfr. Principi e norme per la Liturgia delle Ore, 7] » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2616).
I miracoli di Gesù non mirano a soddisfare la curiosità o a manifestare un potere fine a sé stesso, ma solo a confermare ed approfondire la fede in lui. Se lo si riconosce come Figlio di Davide e Figlio di Dio, Gesù pone dei segni che rafforzano questa fede e la irrobustiscono.
Mediante questa fede viva, lui non ci libera tanto dalla morte o dalla malattia, ma dalla malattia più profonda che è alla radice di tutte le malattie, dalla schiavitù più radicale che è quella dell’ignoranza e del peccato.
Il Santo del giorno: San Giovanni Damasceno Sacerdote e dottore della Chiesa