« Quel giorno non mi domanderete più nulla. In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre » (Gv 16,23b-28).
Prima della morte e della risurrezione, tante volte i discepoli hanno interrogato Gesù sulla sua rivelazione e il suo ritorno al Padre (13,36; 14,5; 8,22; 16,17-18), ma dopo la resurrezione non lo interrogano più. Lo Spirito della verità ormai li istruisce “dal di dentro” sul significato della croce. Il mistero di questa crescita nella Sapienza avviene mediante la preghiera assidua e perseverante, compiuta con umiltà e “nello Spirito Santo” (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2614-2615).
Quali sono le potenze che “fanno” la storia? Certamente la potenza militare che schiaccia gli oppositori, quella economica che li compra, quella ideologica che li seduce. Se però abbiamo capito un po’ più a fondo le parole di Gesù, non dobbiamo dimenticare che c’è una potenza nascosta che è in grado di sconfiggere tutte queste potenze: la preghiera. La preghiera non schiaccia, non compra e non seduce, ma fa entrare in una vita nuova. Essa è tanto più pericolosa per le potenze di questo mondo in quanto è normalmente disprezzata e non considerata… L’occhio di Sauron non si prende cura di due insignificanti nanerottoli (due Hobbit!) che si inerpicano sulle falde del monte Fato… Ma proprio da lì verrà la sua sconfitta.