« Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo! » (Mt 5,20-26).
Il pensiero del giorno: Mt 5,20-26
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La giustizia dei discepoli di Gesù deve “superare” quella degli scribi e dei farisei. In che senso? L’uditorio (e anche noi…) poteva capire facilmente che doveva essere ancor più rigorosa e attenta al dettaglio di quella già molto particolareggiata dei dottori della legge. Gesù invece vuole un superamento veramente radicale, che comporti un cambiamento di livello. Per questo ha portato sei esempi.
1) Non basta non uccidere, bisogna controllare l’ira che alberga nel cuore (v. 22).
2) Non basta non commettere adulterio, bisogna controllare il desiderio lussurioso che sta nel cuore (v. 28).
3) Non basta amare la moglie per un po’, bisogna amarla per tutta la vita (v. 32).
4) Non basta giurare, bisogna essere sinceri e leali sempre, anche senza giuramento (vv. 34-37).
5) Non basta rispondere al male nella giusta misura, ma bisogna vincerlo con il bene (vv. 38-42).
6) Non basta amare chi ci vuol bene, bisogna amare anche i nemici (v. 44).
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Bisogna cioè essere perfetti come è perfetto Dio. Dio è santo e anche noi dobbiamo essere santi. Non nel senso letterale e materiale di essere separati dai peccatori, ma nel senso spirituale e profondo di essere “diversi”, radicalmente diversi, dai peccatori. Impossibile all’uomo, possibile all’uomo che si lascia “divinizzare” da Gesù e dal suo Spirito Santo. Lo scopo della vita è veramente grande, si perde nelle nuvole del cielo, va al di là del cielo…
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