Russell Kirk, Cristianità n. 229 (1994)
America’s British Culture, Transaction, New Brunswick e Londra 1993, pp. 104-106. Titolo e traduzione redazionali.
Le radici antiche della nazione statunitense
La teoria della giustizia che è prevalsa in Occidente generalmente fino alla Rivoluzione russa e che ancora, in un certo modo, prevale nell’Europa Occidentale e nelle Americhe, ha le proprie radici nella dottrina di Aristotele del «a ciascuno il suo», nonché nell’osservazione pure aristotelica, secondo cui è ingiusto trattare in modo diverso realtà uguali. L’insegnamento ciceroniano sul diritto naturale, benché sia stato molto attaccato ed eroso fin dagli anni della fine del secolo XVIII, è ancora vitale, anche se, a volte, in forme curiosamente distorte. E certamente il Corpus Juris di Giustiniano riconquistò, gradualmente, l’Europa alla Romanitas molto tempo dopo la caduta di Roma, dilatando il proprio dominio perfino dopo la caduta di Costantinopoli. E, incorporati nel diritto canonico, i princìpi giuridici romani sono ancora attivi nella struttura della Chiesa cattolica e oggi vengono studiati, in questa forma modificata, nelle più importanti scuole giuridiche dell’Europa Centrale e Meridionale.
[…] Ho messo in rilievo con forza il nostro patrimonio letterario classico e ho negato che abbiamo fruito, nelle nostre istituzioni politiche, di grande eredità dalla Grecia e da Roma. Ma non intendo sostenere che, anche oggi, non sopravviva alcuna influenza romana nelle nostre istituzioni sociali, intese come distinte da quelle politiche.
In Italia, e in una certa misura in Spagna, è ancora possibile trovare, specialmente in città e in paesi vecchio stile, resti attivi di usanze sociali, che sono apparentemente sopravvissute a molti secoli di devastazione e di radicale alterazione sociale, nonché di vasti cambiamenti demografici. Ma quando mi riferisco alle istituzioni sociali, intendo qualcosa di più ampio e di più diffuso, che non i resti di antichi costumi popolari.
Meglio: intendo offrire un esempio rilevante, l’istituzione della famiglia, ancora estremamente unita nel Meridione d’Europa, ma trapiantata anche nell’Europa Settentrionale e oltre l’Atlantico. Lo Stato romano non dimenticò mai che la famiglia era il fondamento di tutto l’ordine sociale civile; lo Stato era sollecito nei riguardi del bene della famiglia, anche se, alla fine, infruttuoso nelle sue azioni di protezione. Questa attività di salvaguardia e di sostegno della famiglia passò dal morente Stato romano alla Chiesa universale emergente, gradualmente, ma in modo estremamente rilevante durante il pontificato di Gregorio Magno. Così la Chiesa, nei tempi medioevali e in quelli moderni, ha operato con perizia per coltivare gli affetti familiari e i doveri familiari: le istituzioni della Roma classica si sono trasformate nelle istituzioni della Roma cristiana. «Roma è il potere che trattiene», scrisse John Henry Newman; il potere che, nei tempi antichi e anche ai giorni nostri, frena gli uomini e le donne dall’indulgere verso quegli appetiti che, se si realizzasse la loro supremazia, distruggerebbero il genere umano. La famiglia forte è stata un’istituzione di controllo di questo genere, di un controllo portatore di vita. Il divorzio senza colpa, oggi, è solo una delle aggressioni socialmente distruttive ai danni della famiglia tradizionale che, nel nome dell’emancipazione, vorrebbe renderci tutti orfani. Quando il potere frenante di Roma verrà spezzato, dichiarava Newman, allora giungerà l’Anticristo. Ma tali profezie non sono delfiche o cumane [cfr. John Henry Newman, The Patristical Idea of Antichrist, in Idem, Discussions and Arguments on Various Subjects, nuova edizione, Longmans-Green, Londra 1891].
Comunque, l’istituzione della famiglia ci viene in parte da Roma e, inoltre, attraverso i princìpi romani assorbiti in Gran Bretagna e rafforzati dall’esperienza sociale inglese. Questo filtro è vero per quasi tutto nel patrimonio classico dell’America: gli americani conoscono attraverso gli occhi inglesi.
Fulberto di Chartres, nei tempi medioevali, dichiarava che noi moderni — ossia, la gente della sua epoca — siamo nani in piedi sulle spalle di giganti: vediamo più lontano di quanto facciano i giganti, ma solamente perché siamo saliti sulle loro spalle. Quei giganti sono gli uomini sapienti delle epoche classica e cristiana primitiva. Da loro gli americani hanno ereditato l’ordine dell’anima e l’ordine della cosa pubblica. Se pensiamo di liberarci del passato saltando giù dalle spalle di quei giganti, ebbene, cadremo nel fossato dell’irrazionalità. Se ignoriamo la elaborata sapienza del passato classico e del passato inglese, ci rimarrà una cultura fragile ed evanescente, una semplice pellicola sulla superficie del pozzo profondo del passato. Quanti rifiutano di bere a quel pozzo, potrebbero venirne affogati.
Russell Kirk