« Ogni sommo sacerdote, infatti, è scelto fra gli uomini e per gli uomini viene costituito tale nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. Egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore, essendo anche lui rivestito di debolezza. A causa di questa egli deve offrire sacrifici per i peccati anche per se stesso, come fa per il popolo. Nessuno attribuisce a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato, gliela conferì come è detto in un altro passo: Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek » (Eb 5,1-6).
Melchìsedek è un personaggio veramente misterioso. Compare per la prima volta nella Bibbia in Gen 14,17-20. Di lui è detto solo che è re di Salem e a lui Abramo offre la decima, riconoscendo così la sua superiorità.
Ricompare nel salmo 104,4: « Il Signore ha giurato e non si pente: “Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek” ». Queste parole sono rivolte al Messia. Tutto questo sarà riconsiderato nella lettera agli Ebrei ai capp. 5-7. Melchìsedek letteralmente vuol dire “il mio re è giustizia”. È il re di Gerusalemme?
Il termine שׁלֵם – Salem (Gen 14,18) può essere interpretato come un nome proprio e allora sarebbe Gerusalemme (con un’abbreviazione che appare molto strana: nei testi non biblici del secondo millennio Gerusalemme è chiamata Rushalimum/Urusalim) oppure potrebbe essere tradotto semplicemente con “pace”: re di giustizia e di pace (cioè: il mio re è giustizia e pace).
I Padri della Chiesa hanno visto in questo personaggio – guidati in questo dalla lettera agli Ebrei – una comparsa di Gesù prima del tempo della sua venuta e della sua incarnazione, il Verbo pre-incarnato. Un’anticipazione reale e profetica. Il Verbo di Dio precede la storia, la attraversa e la porta a compimento. « Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! » (Ap 1,8; 21,6; 22,13).