« Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo, e lo chiameranno con questo nome: Signore-nostra-giustizia. Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”, ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra» (Ger 23,5-8).
Il Profeta ha dato il nome di Germoglio (in ebraico “צֶמַח – tsemach”) a colui che il Signore introdurrà per stabilire la pace e ricostruire il tempio di Gerusalemme. La versione greca della Bibbia dei “Settanta” ha tradotto la parola ebraica con quella greca “ἀνατολή – anatolé” che significa allo stesso tempo “astro che sorge” e “germoglio”.
San Girolamo nella versione latina della Bibbia ha tradotto il termine greco con “oriens”, “sole che sorge”. Questo termine lo ritroviamo anche nel canto del Benedictus, dove il padre di Giovanni Battista Zaccaria, afferma: « ci ha visitato dall’alto un sole che sorge (visitavit nos Oriens ex alto) ». Gesù-Oriens è la luce che sorge a Natale, è il giorno nuovo di Dio, che sfocerà per ognuno nella luce eterna della nuova Gerusalemme illuminata dalla luce stessa dell’Agnello (cfr Ap 21,23) che alla fine dei tempi verrà come la folgore da oriente e brillerà fino ad occidente (cfr. Mt 24,27).
È questo il senso vero dell’orientamento della celebrazione eucaristica. Ogni celebrazione è rivolta ovviamente a Dio e l’altare deve sempre essere orientato verso Gesù che viene. Che sia verso il popolo o no non ha molta importanza. Per questo Joseph Ratzinger nel suo splendido libro “Introduzione allo spirito della liturgia” consiglia di mettere il crocifisso ben in vista, possibilmente sull’altare, perché risulti chiaro che, pregando, ci si rivolge sempre verso Gesù che viene, verso l’Oriente.
Le chiese antiche (fino al Settecento grosso modo) sono tutte “orientate”, cioè rivolte a oriente, sia dalla parte dell’abside che dalla parte della porta (le basiliche romane). Anche la nostra vita deve essere orientata… non è necessario che giriamo con una bussola in tasca, ma è assolutamente necessario che Gesù sia sempre davanti agli occhi del nostro cuore in modo da camminare alla sua luce e verso la sua luce.
Il Santo del giorno: San Malachia Profeta