« Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. […]. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo » (Lc 21,25-28.34-36).
Propongo oggi alla vostra riflessione quello che insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica sulla fine del mondo, perché è veramente molto significativo e – soprattutto – in un tema così delicato ha l’autorità della Chiesa cattolica: « Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti (cfr. Lc 18,8; Mt 24,12).
La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra (cfr. Lc 21,12; Gv 15,19-20) svelerà il “Mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne (cfr. 2Ts 2,4-12; 675 1Ts 5,2-3; 2Gv 1,7; 1Gv 2,18; 1Gv 2,22).
Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può esser portata a compimento che al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del Regno futuro sotto il nome di “millenarismo”, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato “intrinsecamente perverso”.
La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest’ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e Risurrezione (cfr. Ap 19,1-9). Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa (cfr. Ap 13,8) secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male (cfr. Ap 20,7-10) che farà discendere dal cielo la sua Sposa (cfr. Ap 21,2-4).
Il trionfo di Dio sulla rivolta del male prenderà la forma dell’ultimo Giudizio (cfr. Ap 20,12) dopo l’ultimo sommovimento cosmico di questo mondo che passa (cfr. 2Pt 3,12-13) » (nn. 675-677). L’Anticristo sarà dunque una figura diversa da quella che noi ci potremmo immaginare troppo superficialmente… Non parlerà di odio e sfruttamento, di guerra e di sterminio, ma di pace, di uguaglianza, di fraternità… Le ideologie del secolo scorso ne sono state una prefigurazione. Come riconoscerlo allora?
Il criterio di discernimento non può essere che Cristo, ma non un Cristo ideologizzato, il Gesù vivo e vero, presente nella concretezza della sua Persona incarnata in mezzo a noi. Come Gesù si fa presente? Attraverso la sua Chiesa visibile e concretamente sempre riconoscibile, con tutti i suoi difetti umani, ma anche con quella luce e quel calore che non la abbandoneranno mai.
Nel sacramento dell’Eucaristia in cui Gesù continua ad illuminarci, ad amarci e a farsi concretamente amare da noi. E tutto questo per opera di Maria la quale non ci parla tanto di Gesù, ma ce lo porge, ce lo fa sentire e toccare, ce ne fa percepire la presenza viva nella nostra vita.