« Figlioli, nessuno v’inganni. Chi pratica la giustizia è giusto come egli è giusto. Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore. Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo. Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello » (1Gv 3,7-10).
Tutto ciò che è viene da Dio. Anche il peccato allora viene da Dio? Assolutamente no! Il peccato in sé è vuoto, è movimento verso il nulla. Da dove viene allora il peccato? Viene da una libertà deviata. Gran dono è la libertà: Dio è libertà assoluta e dona ad alcune sue creature questo dono sublime. Gli angeli e gli uomini partecipano a questo sublime dono di Dio.
Il primo peccatore è Satana, il quale – da angelo supremo in bellezza e dignità – si trasforma in principio del male nella creazione. Il Diavolo usa la sua libertà per ribellarsi a Dio, scegliendo il nulla al posto dell’essere. In questa sua ribellione – assurda ma assolutamente reale – vuole coinvolgere quanti più esseri liberi può.
Gesù sceglie liberamente di amare Dio nonostante la cattiveria che gli viene rovesciata addosso e così si fa liberatore dal male per quanti credono e – liberamente – si lasciano unire a lui. Chi si unisce a lui è come se nascesse di nuovo, è generato di nuovo in purezza e santità.
Nella misura in cui rimane unito a Gesù il peccato in lui è vinto, anzi – sempre nella misura in cui rimane unito – non può più peccare: « Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui, e non può peccare perché è stato generato da Dio » (v. 9).