« Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: “Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?”. Ed egli rispose loro: “Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!”. E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato” » (Mc 2,23-28).
Nel primo libro di Samuele al capitolo ventunesimo (vv. 2-7), si racconta che Davide, in fuga da Saul, si presenta con un gruppo di suoi soldati, al sacerdote Achimèlec nella Tenda del Convegno (il Tempio doveva ancora essere costruito) e gli chiede se ha del cibo per loro. Achimèlec risponde che ha solo cinque pani dell’offerta, posti su un altare apposito, che solo i sacerdoti possono mangiare (Es 25,30; Lv 24,5-9).
Il fatto che i pani fossero ancora lì indica chiaramente che l’episodio avvenne in giorno di sabato (Lv 24,8-9). Achimèlec diede i pani a Davide e ai suoi soldati, chiedendo solo da parte loro la purità rituale che comportava l’astensione da rapporti con donne. Con questa trasposizione di livello Gesù si equipara a Davide e afferma che quello che lui e i suoi discepoli stanno compiendo è il prolungamento e il compimento della missione messianica di Davide e ha dunque la precendenza su qualsiasi prescrizione della legge.
Lui, in quanto Messia, cioè unto del Signore, sta compiendo l’opera di Dio e quelli che vi partecipano condividono per questo le prerogative sacerdotali. Diventa allora chiara la sua affermazione sconvolgente: « il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato ». Perché esiste il sabato? Per strappare l’uomo dalla routine della vita quotidiana e liberare per lui uno spazio in cui occuparsi del suo rapporto con Dio e della missione che ne deriva. Qualunque prescrizione che mette intralcio a questa chiamata va contro il senso vero e autentico del sabato.
Oltre a insinuare in modo velato la sua autorità divina che gli consente di interpretare in modo radicale (non di contraddire…) un precetto istituito direttamente da Dio (Gen 2,2-3), Gesù afferma che evangelizzare è un atto di culto, è come un prolungamento della preghiera nella vita che pone al di là di tutte le prescrizioni puramente legali. Il sabato è per rendere l’uomo disponibile ad accogliere il Vangelo e – quindi – annunciarlo agli altri.