« Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “Àlzati, vieni qui in mezzo!”. Poi domandò loro: “È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: “Tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire » (Mc 3,1-6).
Qui Gesù richiama in modo nascosto, ma evidente per i conoscitori delle Scritture che aveva davanti, un episodio delle guerre maccabaiche quando un gruppo di ribelli si lasciò massacrare pur di non violare il sabato. In quell’occasione maturarono la decisione che far la guerra per difendersi era lecito, perché era lecito salvare delle vite in giorno di sabato: « “Se faremo tutti come hanno fatto i nostri fratelli e non combatteremo contro i pagani per la nostra vita e per le nostre leggi, in breve ci faranno sparire dalla terra”. Presero in quel giorno stesso questa decisione: “Combatteremo contro chiunque venga a darci battaglia in giorno di sabato e non moriremo tutti come sono morti i nostri fratelli nei nascondigli” » (1Mac 2,40-41).
Il ragionamento di Gesù era semplice: se era lecito far la guerra per difendersi e salvare delle vite, a maggior ragione sarà lecito guarire quest’uomo per salvare la sua vita. Pur non convinti gli esperti della legge non sanno che cosa rispondere e si chiudono in un rabbioso silenzio.
Ci possiamo però chiedere: perché Gesù compie la guarigione proprio in giorno di sabato? Soprattutto se consideriamo che Gesù, in tutti e quattro i Vangeli, guarisce sempre in giorno di sabato (Mt 12,8-14; Lc 13,10-17; 14,1-4; Gv 5,1-9; 9,1-14). La risposta, dopo quanto detto in Mc 2,28 e spiegato in questo passo, appare evidente: io finalmente porto a compimento il significato vero del Sabato che è quello di portare l’uomo alla piena comunione con Dio.
Nel Sabato di Dio le mani dell’uomo possono riprendere vita e, soprattutto, il cuore si può finalmente aprire all’azione di Dio. Gesù non condanna la Legge, ma condanna e confuta lo stile legalistico esasperato portandolo al livello del suo pieno compimento nella sua persona e nella sua vita. La Legge è lui; lui è ormai la nostra giustizia (cfr. 1Cor 1,30).