Viene chiamato «di Spoleto» per distinguerlo da un altro sant’Eleuterio vescovo, sepolto sulla via Salaria: una confusione non sempre evitata nei secoli. Fondò, nel 535, il monastero di San Marco evangelista situato, appunto, fuori delle mura di Spoleto e ne fu abate; già vecchio si ritirò nel monastero di Sant’Andrea ad Clivum Scauri, fondato dal futuro papa Gregorio I [590-604], e qui morì. Il suo corpo fu più tardi traslato a Spoleto; già nell’VIII secolo era venerato come santo. Proprio i Dialoghi, opera diffusissima nel Medioevo, scritta dal grande papa Gregorio I, detto Magno per la sua eccezionale personalità, costituiscono la fonte fondamentale, se non unica, sulla sua vita. San Gregorio lo ricorda più volte in questo scritto; tra l’altro ne cita diversi miracoli, uno dei quali a suo stesso favore. Oltre a questi doni, egli venne ricordato e poi venerato per le sue virtù; era – ci dice Gregorio – uomo di grande semplicità d’animo e di modi, molto devoto, assiduo nell’orazione. La data di fondazione del monastero spoletino è molto significativa: proprio nel 535 cominciava la lunga guerra greco-gotica, destinata a protrarsi al 553, con la quale l’imperatore di Costantinopoli, Giustiniano[482-565], riuscì a recuperare l’Italia dominata dagli Ostrogoti; una guerra durissima che ridusse la nostra penisola in condizioni disperate. In quel terribile periodo storico il monachesimo, soprattutto nella appena sorta versione benedettina, svolse una funzione decisiva nella conservazione della civiltà, nell’offrire un rifugio agli spiriti in cerca di tranquillità e di vicinanza a Dio, nel favorire la fusione tra Romani e Germani: veramente non si saprebbe pensare la Cristianità medievale (e quindi neppure il nostro tempo) senza l’apporto prezioso del monachesimo. E, d’altra parte, non si saprebbe pensare il monachesimo senza queste paterne, sagge, equilibrate figure di abati, tra le quali anche il nostro sant’Eleuterio che oggi volentieri abbiamo tratto fuori dall’oblio.
Marco Tangheroni,
Cammei di santità. Tra memoria e attesa,