« Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene. Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; perciò non si alzeranno i malvagi nel giudizio né i peccatori nell’assemblea dei giusti, poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina » (Sal 1).
Questo è più di un salmo: è il riassunto di tutto il salterio! Incomincia con una parola אַשְׁרֵי”beato” che ha una א (àlef) come prima lettera. La àlef è la prima lettera dell’alfabeto ebraico.
Termina con un’espressione תֹּאבֵד “va in rovina” la cui prima lettera è una ת (tav), l’ultima lettera dell’alfabeto. Non è un caso! Il salmo ci comunica in questo modo di riprodurre nei suoi versi tutta quanta la vita dell’uomo. Tutte le sue possibilità.
L’uomo è libero e può percorrere due vie: la via della vita (i primi tre versetti) e quella della morte (gli altri tre versetti). Chi percorre la via della vita trova la sua gioia «nella legge del Signore».
La traduzione “legge” può portarci fuori strada. La תּוֹרָה è piuttosto “l’insegnamento”. Per capire un insegnamento bisogna fondersi con esso, lasciarsi plasmare da lui. L’insegnamento è la vita stessa di Gesù che noi dobbiamo accettare di ri-vivere nella nostra vita.
Ogni vita di un santo è un modo diverso di riprodurre la vita di Gesù. Anche nella nostra vita, se ci affidiamo a Lui, può avvenire lo stesso stupendo miracolo
Beato Giovanni da Fiesole (Beato Angelico) Sacerdoe domenicano