« Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”. Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio. Ti guiderà sempre il Signore, ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa; sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono. La tua gente riedificherà le rovine antiche, ricostruirai le fondamenta di trascorse generazioni. Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate. Se tratterrai il piede dal violare il sabato, dallo sbrigare affari nel giorno a me sacro, se chiamerai il sabato delizia e venerabile il giorno sacro al Signore, se lo onorerai evitando di metterti in cammino, di sbrigare affari e di contrattare, allora troverai la delizia nel Signore. Io ti farò montare sulle alture della terra, ti farò gustare l’eredità di Giacobbe, tuo padre, perché la bocca del Signore ha parlato » (Is 58,9-14).
Siamo in Quaresima, immersi in un tempo di penitenza.
Qual è la penitenza gradita a Dio? Quella che affligge il nostro corpo e ci fa soffrire, oppure quella che si sforza di togliere o almeno di lenire la sofferenza degli altri?
Il profeta ci ricorda che la vera penitenza non consiste nella ricerca della sofferenza, ma nell’amore. Gesù ha sofferto nella sua passione, ma quello che cercava non era la sofferenza ma l’amore. L’amore del Padre e l’amore di tutti coloro che, oppressi dai loro peccati e dall’odio che il peccato diffondeva nel loro cuore erano schiacciati dalla loro cattiveria e attendevano un liberatore.
La Chiesa ci indica però una via di penitenza. Vero, verissimo! Non dobbiamo però dimenticare il senso, il significato di questa penitenza. Se mortifichiamo le nostre passioni è perché Dio vuol fare di noi un giardino: « sarai come un giardino irrigato e come una sorgente le cui acque non inaridiscono ». Un giardino da cui sgorgano acque fresche e limpide, a cui gli assetati potranno abbeverarsi. È bello e utile fare penitenza, ma la penitenza è vera solo se da essa scaturisce l’amore.