« Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini » (1Cor 1,22-25).
È evidente quanto la Croce sia importante per noi. La Croce è diventata il logo della nostra cultura. È il gesto del nostro essere cristiani: il Segno della Croce è la prima cosa che una mamma insegna al suo bambino. Noi siamo certi che la salvezza per noi è passata attraverso la Croce. Il Figlio di Dio ci ha amato fino alla fine, fino a dare la vita, e nel modo più umiliante che si possa immaginare.
San Paolo afferma: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana umiliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Filippesi 2, 5-8). Non una morte qualunque; ai tempi di Gesù la croce era un supplizio particolarmente umiliante: la morte in croce era la morte dei malfattori.
I cristiani prima di rappresentare Cristo in Croce ci hanno messo dei secoli: quando la società ha dimenticato cosa era la Croce, hanno trovato il coraggio di rappresentare Cristo in Croce. Per noi oggi è una ovvietà, fin troppo… Le rappresentazioni realistiche di Gesù appeso alla Croce non fanno la loro apparizione prima del VI secolo inoltrato.
Infatti il Corano rifiuta la Croce: «E per aver detto “Abbiamo ucciso il Cristo, Gesù il figlio di Maria, messaggero di Allah” mentre non lo hanno né ucciso né crocifisso. Bensì qualcuno fu reso ai loro occhi simile a lui.» (Sura IV versetto 157). Dunque per i musulmani quello che è successo sulla croce è stata una parvenza: Gesù è stato prelevato da Dio e portato in cielo e tornerà a giudicare il mondo (anche per gli islamici infatti alla fine dei tempi sarà lui a tornare).
E giudicherà anche noi che abbiamo creduto che sia morto in croce. Perché non è possibile che Dio lasci morire un suo profeta di questa morte orribile: Dio all’ultimo lo ha tolto dalla Croce. Invece la nostra fede ci insegna che è proprio attraverso questo scandalo della Croce che si compie la nostra salvezza. È un punto cruciale della nostra fede pensare che proprio morendo in quel modo Dio ha manifestato il suo amore: cosa poteva fare di più per te? La Croce per noi non è una sconfitta, è una vittoria.