Quarantasettesima puntata di Conversazioni di Storia della Chiesa
I Concili avvengono sempre in un tempo ben determinato, nel quale essi danno nuova autorità alla parola di Dio, proprio secondo la forma richiesta da quel determinato tempo. È chiaro che le loro definizioni hanno una portata valida per tutti i tempi, poiché nella parola condizionata dal tempo e dalla storia s’incarna la verità eternamente valida.
Nel discorso del 22 dicembre 2005 ai membri della Curia Romana, Papa Benedetto XVI ha criticato le interpretazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II che ne leggono i documenti secondo un’“ermeneutica della discontinuità e della rottura” rispetto al Magistero precedente della Chiesa, purtroppo assai diffusa e anzi in molti ambienti prevalente, raccomandando invece una “giusta ermeneutica”, insieme “del rinnovamento nella continuità” e “della riforma”.
Alcuni dei numerosi commentatori di questo storico discorso hanno rilevato che non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Infatti ora si tratta di riprendere in mano i documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, uno per uno, interpretandoli secondo la “giusta ermeneutica” e tenendo conto sia del Magistero precedente sia di quello successivo.
Sabato, 27 marzo 2021