« [Gesù] venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” » (Lc 4,16-21).
La liberazione che Gesù viene a portare non è da un dominio umano tutto sommato esteriore, ma da una schiavitù interiore e ben più radicale: quella del peccato, che frantuma l’unità dell’essere umano e comporta dunque la decomposizione e la morte.
Il dramma dell’incomprensione e del rifiuto della sua azione – che presenta dei segni di credibilità assolutamente evidenti – ruota tutto attorno a questo passaggio di livello. Gesù non è il liberatore che la gente si aspettava, perché è il vero e profondo liberatore che va alla radice della schiavitù a cui l’uomo è sottoposto. Una schiavitù da cui nessuna forza politica o culturale sarebbe stata in grado di liberarlo.
Gesù, affermando il compimento della Scrittura in lui, dichiara di essere il Messia, cioè “l’unto” (greco χριστόςda χρίω “ungere” da cui viene l’italiano “cristo”; ebraico מָשִׁיחַ ‘mascíach’ da מָשַׁח ‘masciach’ “spalmare, ungere” da cui viene l’italiano “messia”). In lui l’unzione che era pre-figurata dall’unzione profetica, sacerdotale e regale dell’Antico Testamento diventa però realtà: nella sua umanità infatti riceve l’unzione compiuta dello Spirito Santo: Lo Spirito del Signore è sopra di me. Gesù è “il Cristo” fin dal momento della sua concezione avvenuta nel grembo di Maria (« Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra » Lc 1,35) e lo diventa in pienezza mediante la sua morte e risurrezione (cfr. Rm 1,4).
Gesù è il nuovo Adamo, l’uomo celeste e spirituale da cui viene la vita vera: « il primo uomo,Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. […]. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo » (1Cor 15, 45.47).