« Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio » (Gv 3,16-21).
L’idea, purtroppo ancora diffusa, che mette in contrapposizione la giustizia e l’ira del Padre con la misericordia del Figlio non ha nessun appiglio nella Bibbia e nella Tradizione della Chiesa. « L’amore di Dio per Israele è paragonato all’amore di un padre per il proprio figlio [cfr. Os 11,1]. È un amore più forte dell’amore di una madre per i suoi bambini [cfr. Is 49,14-15].
Dio ama il suo Popolo più di quanto uno sposo ami la propria sposa [cfr. Is 62,4-5]; questo amore vincerà anche le più gravi infedeltà [cfr. Ez 16; Os 11]; arriverà fino al dono più prezioso: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16 ) » (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 219). La decisione di reagire al peccato con la redenzione nasce nel seno della Trinità ed è opera di tutte e tre le divine Persone.
Il Padre decide di mandare il Figlio, il Figlio obbedisce e si incarna, lo Spirito Santo opera il mistero di amore che si realizza nel seno di Maria, sostiene Gesù fino alla morte e, con la potenza del suo amore vince la morte. L’ostacolo più grave e serio che si oppone a questo progetto di amore è la nostra incredulità. L’incredulità è una ribellione nei confronti della Luce e una preferenza delle tenebre.
I ribelli si pongono loro stessi fuori dello spazio di salvezza disposto da Dio, disprezzano la sua eredità giudicandosi indegni della sua benedizione (cfr. Gen 25,29-34). Andiamo verso la luce: non temiamo che essa riveli tutte le nostre miserie! La Luce di Gesù è piena di misericordia, di perdono ed è colma di potenza trasformante. I peccati perdonati diventeranno gemme splendenti della nostra corona regale per tutta l’eternità.