In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà “. (Gv 16, 12 – 15)
Lo Spirito Santo, per l’attività che svolge è detto Consolatore, o spirito Paràclito, secondo la tradizione di lingua greca. Porta sempre intuizione sante e illuminanti. Infatti, il suo secondo più forte attributo, è di essere “Spirito di Verità“ (Gv 16, 13). La parola “santo“ e “spirito“, sono attribuibili anche al padre e al figlio, ma quando sono unite, si tratta della terza persona della Santissima Trinità. Che i nostri corpi divengano tempio dello Spirito, è lo scopo di ogni pensiero santo che noi accogliamo. L’effetto immediato della sua presenza, è che di due anime, una pensa bianco e una nero – così appare il cuore, a tante persone che sono senza Dio – finalmente ne emerge una, santa, cattolica e apostolica. Se gli parli di Gesù, cominciano a far domande che superano le forze umane.
Quando si è innestato lo spirito veritativo, successivamente, la ricerca procede ricca e proficiente. Ti si porge innanzi, in modo indiscutibile, l’anima dell’uomo che diventa sempre più “vivente“, della stessa vita del Figlio di Dio. Lui (Lo Spirito) vi guiderà alla verità tutta intera, che altro non è che la persona del Salvatore. Cristo è tutta la verità. Chi la desidera per intero, rende Gloria a Dio, perché conosce e riconosce la verità. Questo è lo “stato di gloria“. Sinteticamente si esprime dicendo: Tu signore Gesù, sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente! La più solenne glorificazione di Dio, sarà alla fine dei tempi, quando Gesù ritornerà giusto giudice. Ma già oggi è incredibilmente penetrato nel mondo. In Lunigiana, attraversando le montagne verso il mare di La Spezia, si possono osservare una serie di campanili che svettano sul pendio delle montagne, al servizio di poche case nei paeselli, che si ergono come chiara identità sociale, proclamata subitamente a chiunque sia di passaggio.
Il filosofo F. Nietzsche, udendo il suono delle campane domenicali scriveva: “Non riesco a spiegarmi che tutto questo onore sia per un Ebreo crocefisso più di duemila anni fa “. Napoleone Bonaparte, quando era in esilio, ebbe tempo di rivedere la sua storia ed esprimersi in modo radicalmente differente: “ Poiché conosco gli uomini, dico che Cristo non è semplicemente un uomo “. Ci assicura il Signore, che verrà a giudicare i vivi e i morti: “Si verrò presto. Amen. Vieni Signore Gesù! “ (Ap 22,20).