Solennità della SS. Trinità
(Dt 4, 32 – 34. 39 – 40; Sal 32; Rom 8, 14 – 17; Mt 28, 16 -20)
Il percorso dell’umanità alla ricerca di Dio è stato disseminato di errori più di qualsiasi altro percorso culturale. L’uomo con il lume naturale della ragione può giungere al pieno convincimento dell’esistenza di Dio e a coglierne diversi attributi di grandezza, fino a esprimerla in modo sublime.
Seppure a fatica, in quasi tutte le esperienze religiose emerge la grande Luce dell’Essere Supremo. Utilizzo proprio questa terminologia riduttiva perché, sulla via del monoteismo, vediamo sia il pericolo del politeismo che la ripresa razionalistica antitrinitaria della Modernità giacobina. Complessivamente, è ben difficile nascondere la fatica, compiuta nel mondo greco-latino da pochi spiriti dotati, per giungere ad affermare l’esistenza di un Dio unico, onnipotente e buono, creatore e Signore dell’universo. Senza l’intervento del popolo d’Israele, a cui Dio si è manifestato a piccoli passi, l’umanità non sarebbe giunta a quell’unico superiore monoteismo che è la SS. Trinità cristiana. L’Islam ha ereditato dalla Bibbia il senso dell’unicità e della grandezza di Dio, ma rispetto a questo punto rappresenta un regresso, perché la divinità è di nuovo allontanata dagli uomini. Affermando con forza il monoteismo, non possiamo dire affatto di sapere tutto di Lui e gli interrogativi aperti rimarrebbero tanti e non eliminabili. E’ possibile, infatti, accettare un Dio che se ne sta solo nell’alto dei cieli, avvolto di infinita solitudine, pretendendo una sottomissione che rifiuta qualsiasi altro tipo di rapporto e umilia la razionalità umana? Se le cose stessero così, Dio non saprebbe cosa significa amare il prossimo, e forse anche noi tenteremmo di imitare il suo “auto-esilio”, quando ben sappiamo che la solitudine è ciò che più temiamo perché è una condizione impossibile alla vita.
L’isolamento comporta sempre una patologia psichiatrica. Il prossimo diverrebbe qualcosa di non indispensabile, quasi un’opzione facoltativa, o addirittura un fastidioso nemico della mia vita privata. Non illudiamoci di essere cristiani solo perché crediamo in Dio: se una mente non è del tutto accecata dal culto del proprio io, non manca di momenti di riflessione profonda e riconosce che tutto ciò che esiste deve avere una provenienza chiara e significativa. Da Aristotele a tutti i filosofi greci, da Galileo a Newton, da Einstein a Fermi, la presenza di un’intelligenza ordinatrice dell’universo è scontata. In tante esperienze religiose, non solo nell’Ebraismo e nell’Islam, troviamo anche forme di adorazione di Dio. Dove inizia, allora, a distanziarsi il Cristianesimo dalle altre religioni?
Esattamente dove esse finiscono. Tutte si fermano innanzi a Dio. Nessuna riesce a dir nulla della vita di Dio, che rimane lontano e incomunicabile e finisce con l’essere subito come un tiranno da temere. Certo, nessun uomo ha mai avuto modo di avvicinarsi alla divinità e oltrepassare la soglia della sua casa, ma Gesù ci ha mostrato il vero volto del Padre facendosi uomo. Da Lui abbiamo conosciuto che Dio non è solitudine infinita, ma rapporto continuo di interessamento all’altro, tra Padre, Figlio e Spirito Santo. Nella Trinità la circolazione dell’amore è continua e così piena da essere assimilante anche nei nostri confronti. Sono tre, ma sono una sola persona divina, è uno, ma sono tre coeterni, della medesima sostanza divina. Infatti diciamo nel Credo: Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Pur essendo coeterni, Figlio e Spirito Santo sono generati, ma non creati, della stessa sostanza del Padre: tra loro vi è una piccola differenza, che potrebbe sfuggire, ovvero l’origine. Provengono dal Padre, come Gesù stesso dice nel Vangelo, pur essendo tutte le persone divine coeterne. Non che una fosse prima delle altre, eppure c’è una prima origine nel Padre.
Nella Trinità esiste dunque una certa differenza, non unità e uniformità assoluta, come pensavano i teologi greci: «Anche in Essa il mondo è bello perché è vario». In questa varietà ci stiamo anche noi, con la nostra carne e tutto il cosmo, assieme alla materia inerte, agli animali e alle piante. Nella Trinità sussiste l’alterità: Dio non è un solipsista, ma ama la compagnia. Ecco spiegato il bisogno immenso di amare il prossimo che tutti viviamo quotidianamente. Se non si fosse incarnato Gesù Cristo, questo sarebbe un terribile lato oscuro della nostra esistenza, che non troverebbe alcuna soluzione.
Quindi nella Trinità c’è vita di relazione continua e ottima, come quando nelle nostre serate tra autentici amici diciamo che si è creato un clima meraviglioso e vorremmo fermare il tempo per gustare ancora l’opera di Dio realizzatasi nel nostro ambiente. Questo spiega quell’immenso bisogno di amare il prossimo così tipico degli ambienti cattolici, dove è molto chiara la tensione all’amore che non si fa attendere, ma agisce per primo, per tracimazione, come un calice colmo di carità. Siamo un gruppo di amici, di parenti e famigliari o di soci, ma stiamo vivendo come fossimo una cosa sola, come dice Gesù del suo rapporto col Padre: «Prego per loro, perché siano una sola cosa nell’unità, come siamo noi» (cfr Gv 16,17) . Nell’umanità e divinità del Salvatore ci è mostrato il volto di Dio Padre nel Figlio: «Chi ha visto Me, ha visto il Padre». Così Gesù solleva l’uomo dalla terribile angoscia di non sapere che tipologia di persona sia il Padre. Sarebbe assai angosciante pensare di vivere eternamente al Suo cospetto senza aver conosciuto la tenerezza di Suo Figlio, che è la stessa del Padre.
La parola “rivelazione”, relativamente alla sfera delle conoscenze teologiche, è utilizzata veramente a proposito soltanto in riferimento alla SS. Trinità. Unicamente in riferimento a questo modo di essere di Dio, tanto sorprendente, quanto lì per lì incredibile, è possibile affermare che il Signore ha svelato qualcosa della Sua vita intima, che è poi il più importante aspetto della Sua vita. La mente umana non poteva arrivare a intuire un dato così originale, ma a posteriori svela noi a noi stessi. Essendo immagine e somiglianza di un Dio uno e trino, trova infatti una spiegazione la tensione che abbiamo verso il prossimo, al punto che tutto il nostro bene compiuto tende alla conferma di questa relazionalità di base, non può restare un tesoro nascosto, ma al sabato sera è bello porgere tutto il bene della settimana ad un gruppo di amici, verso cui ti spendi e ami come accade sempre nella SS. Trinità.
Il grande sant’Agostino vede la struttura trinitaria nella persona umana, osservando le facoltà spirituali, ponendo la memoria come immagine del Padre. Essa cerca sempre il bene. Dio pensa e ricorda solo il bene. Perciò, anche noi dobbiamo ricordare il bene che abbiamo ricevuto e che dobbiamo fare. Il miglior combattimento contro il male è dimenticarlo.
L’intelligenza è immagine del Figlio. Pensiamo secondo ciò che siamo. Questa identità tra il nostro cuore e i nostri pensieri in noi è molto imperfetta, mentre non lo è nella SS. Trinità. Nella tradizione degli antichi autori spirituali troviamo molti consigli preziosi su come esercitarsi per raggiungere l’unità dei pensieri.
La volontà è immagine dello Spirito Santo, che si riverbera nella nostra struttura interiore. La volontà decide di fare il bene, perciò in essa risiede la carità, e questa proviene dallo Spirito santo. La carità è una forza potente che vince ogni male. Gli psicologi indicano molti esempi di come una forte volontà riesca a fare meraviglie nel tentativo di compiere il bene. Diventiamo ciò che seriamente vogliamo.
Da parte cristiana aggiungiamo: una volontà forte fa meraviglie unita con la grazia dello Spirito. Da questi esempi vediamo che le riflessioni sull’immagine della SS. Trinità nella nostra struttura interiore non sono puramente astratte, ma esprimono l’esperienza della nostra stessa vita secondo le categorie della fede trinitaria. La Trinità è mistero di unità nella diversità: questo è l’ideale sia della convivenza sociale che della vita individuale di ciascuno di noi. Nella Trinità si svela il tesoro dell’unità della Chiesa cattolica, concerto di tutta la verità.
Domenica, 30 maggio 2021