Gesù istituì l’Eucaristia nella notte in cui venne tradito. Proprio per questo è il Pane dei peccatori
di Michele Brambilla
Come ricorda lo stesso Papa Francesco, affacciandosi per l’Angelus del 6 giugno, «oggi, in Italia e in altri Paesi, si celebra la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. Il Vangelo ci presenta il racconto dell’Ultima Cena (Mc 14,12-16.22-26)» di Gesù con gli Apostoli, che avviene alla vigilia di patire per riscattarci dal peccato. «È così, con semplicità, che Gesù», dice il Papa, «ci dona il sacramento più grande. Il suo è un gesto umile di dono, un gesto di condivisione. Al culmine della sua vita, non distribuisce pane in abbondanza per sfamare le folle, ma spezza sé stesso nella cena pasquale con i discepoli».
I Dodici sono uomini fragili; uno di essi, Giuda Iscariota, sta per alzarsi da tavola e mettere in atto la trappola del Getsemani. «Fragilità», sottolinea Francesco, «è proprio la parola che vorrei sottolineare. Gesù si fa fragile come il pane che si spezza e si sbriciola» per quegli esseri fragili che siamo noi uomini, «ma proprio lì sta la sua forza,nella sua fragilità. Nell’Eucaristia la fragilità è forza: forza dell’amore che si fa piccolo per poter essere accolto e non temuto; forza dell’amore che si spezza e si divide per nutrire e dare vita; forza dell’amore che si frammenta per riunire tutti noi in unità».
La Chiesa non è santa perché i suoi membri sono immacolati, ma perché, con il dono dell’Eucaristia, Gesù si dimostra ancora una volta più grande delle nostre miserie: «è “nella notte in cui viene tradito” che Gesù ci dà il Pane della vita. Ci regala il dono più grande mentre prova nel cuore l’abisso più profondo: il discepolo che mangia con Lui, che intinge il boccone nello stesso piatto, lo sta tradendo. E il tradimento è il dolore più grande per chi ama. E che cosa fa Gesù? Reagisce al male con un bene più grande. Al “no” di Giuda risponde con il “sì” della misericordia. Non punisce il peccatore, ma dà la vita per lui,paga per lui. Quando riceviamo l’Eucaristia, Gesù fa lo stesso con noi: ci conosce, sa che siamo peccatori, sa che sbagliamo tanto, ma non rinuncia a unire la sua vita alla nostra». Ripetendo una celebre metafora di sant’Ambrogio (340-97), il Santo Padre rammenta che «l’Eucaristia è farmaco efficace» contro i nostri peccati e il nostro egoismo.
A proposito di peccati nella Chiesa, ha fatto scalpore nei giorni scorsi la scoperta di una fossa comune presso una scuola cattolica canadese, utilizzata un tempo per l’educazione dei bambini indiani. I media laicisti soffiano sul fuoco, benché le indagini siano appena iniziate e gli elementi per giudicare molto pochi. Ad ogni modo, il Papa si unisce ai vescovi del Canada nel riprovare eventuali abusi avvenuti ai tempi della colonizzazione europea, ribadendo al contempo un concetto a lui molto caro: «questi momenti difficili rappresentano un forte richiamo per tutti noi, per allontanarci dal modello colonizzatore, e anche dalle colonizzazioni ideologiche di oggi», radicalmente anticristiane.
A Chiavenna viene beatificata suor Maria Laura Mainetti (1939-2000), della Congregazione delle Figlie della Croce, assassinata da un gruppo di adolescenti seguaci del satanismo: «proprio lei che amava i giovani più di ogni cosa, e ha amato e perdonato quelle stesse ragazze prigioniere del male» come ha fatto Gesù, «ci lascia il suo programma di vita: fare ogni piccola cosa con fede, amore ed entusiasmo».
Lunedì, 6 giugno 2021