Le cupole delle nostre chiese ci ricordano che Dio abita in mezzo a noi per condurci dove Egli regna per sempre
di Michele Brambilla
Quando nel 604 il Pantheon, edificato tra il I sec. a.C. e il II d.C., fu consacrato al culto cattolico, divenne la prima chiesa al mondo ad essere dotata di una cupola in calcestruzzo, con un oculus centrale. I raggi solari che filtrano dal lucernario vennero a significare la Luce dello Spirito Santo, che illumina i credenti in Cristo. Non a caso la pianta circolare con cupola fu adottata soprattutto dai battisteri, come si nota nei due esemplari di Ravenna (Neoniano e degli Ariani). I mosaici delle volte, che riproducono Cristo affiancato dalla schiera degli Apostoli e dei martiri, introducono il neofita alla gloria che gli spetterà se seguirà i loro esempi e manterrà pura la candida veste battesimale.
Per le chiese si cominciò a preferire, però, la pianta basilicale. In particolare, furono edificate chiese cruciformi a tre navate, che relativizzarono l’importanza simbolica della cupola. Nel Romanico e nel Gotico la cupola, se c’è, assume una pianta poligonale ed è più che altro un espediente per coprire l’enorme spazio della crociera centrale. Le cattedrali francesi non ne sentirono il bisogno, mentre quelle inglesi prolungarono la crociera verso l’alto, collocando spesso al vertice del transetto il campanile. Il Duomo di Milano in questo caso non fa testo, perché è la semplice riproduzione ingigantita dello schema tipico delle chiese romanico-gotiche lombarde e ne ricalca la medesima logica. Sorregge, però, la Madonnina, che protegge la città dall’alto e ne indirizza lo sguardo verso Dio.
La cupola di S. Maria del Fiore a Firenze (1420-36) rappresentò un’enorme novità dal punto di vista tecnico, ma fu una svolta anche dal punto di vista della simbologia. Comprendo, infatti, il presbiterio, la cupola non indirizzava più lo sguardo del fedele verso l’esterno (il Cielo), ma rimarcava una Presenza reale che si poteva trovare proprio all’interno dell’edificio sacro. Lo schema sarà adottato da Michelangelo Buonarroti (1476-1564) per la basilica di S. Pietro: la lanterna del Cupolone è perfettamente allineata alla tomba dell’Apostolo, che si trova nelle Grotte vaticane, e sovrasta l’altare papale. L’esempio di St. Paul’s Cathedral a Londra è una mera imitazione estetizzante delle cattedrali cattoliche, perché non custodisce alcuna Presenza reale: non è un caso che abbia ispirato soprattutto architetture civili (i vari “campidogli” statunitensi), nelle quali ad essere esaltato è solamente l’uomo.
L’autentica cupola barocca, infatti, ha un obbiettivo ben preciso: recuperando la simbologia paleocristiana, squarcia i cieli davanti ai fedeli che si allineano per la Comunione eucaristica, indicando loro ciò che li attende nutrendosi del Panis angelicus. In Cristo l’invisibile è diventato visibile. Questa simbologia è stata ulteriormente enfatizzata nel Novecento dalla collocazione di molti altari postconciliari proprio nel transetto, al di sotto la cupola, come si nota nella chiesa prepositurale di Cernusco sul Naviglio (MI). Le cupole delle nostre chiese, assieme ai campanili, ci ricordano, quindi, che Dio abita in mezzo a noi per condurci dove Egli regna per sempre. Non a caso viene spesso dipinto all’interno delle calotte lo Spirito Santo, Colui che rende possibile l’intera azione sacramentale (e quindi salvifica) della Chiesa.
Sabato, 21 agosto 2021