In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città» (Mt 10,7 – 15).
L’esperienza dell’amore generoso di Dio ci provoca, ci libera e ci spinge adottare lo stesso atteggiamento verso i nostri fratelli e sorelle: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8). Lo sperimentiamo in particolare nell’Eucarestia, quando il Figlio di Dio, nella frazione del Pane, unisce la dimensione verticale del Auo dono divino a quella orizzontale del servizio ai fratelli e alle sorelle. La grazia di Cristo ci aiuta a scoprire in noi stessi un anelito umano alla solidarietà e una fondamentale vocazione all’amore. La Sua grazia perfeziona, rafforza ed eleva quella vocazione e ci consente di servire gli altri gratuitamente.
Qui vediamo qualcosa della grandezza della vocazione umana a servire gli altri con le stesse libertà e generosità che caratterizzano Dio stesso. Diveniamo strumenti visibili del Suo amore in un mondo che ancora anela profondamente ad esso in mezzo alla povertà e alla solitudine, all’emarginazione e all’ignoranza che vediamo intorno a noi.
Il poco che possiamo riuscire a fare per alleviare i bisogni umani può essere considerato come il buon seme, che germoglierà e recherà molti frutti. E’ un segno della presenza e dell’amore di Cristo che, come l’albero del Vangelo, cresce per dare riparo, protezione e forza a tutti coloro che ne hanno bisogno.