In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato» (Mt 23,1 – 12).
Vi sono gli insegnanti di professione, ma lo siamo un po’ tutti in un senso lato, in quanto ognuno d noi insegna qualcosa al prossimo. Chi insegna deve sapere per non indurre gli altri in errore. Gesù Cristo è il Maestro universale: per mezzo suo tutto è stato creato. Ha creato anche l’intelligenza matematica, fisica e biologica, con cui gli scienziati partecipano al piano della Salvezza. Da Lui viene la conoscenza, adeguata alla Salvezza. Lui è via, verità e vita. I genitori educano i figli, ma in più “danno loro la vita”, cooperando alla Creazione. Cristo è il grande maestro della vita, ma non vuole che lo si chiami “padre”. Neanche ai suoi discepoli deve essere applicato questo attributo. Eppure, nella tradizione cristiana è utilizzato per religiosi e sacerdoti.
L’appellativo di “padre” ha la funzione di ricordare ai religiosi e ai sacerdoti, che non devono comunicare solo la conoscenza, ma anche la vita di Dio. E ciò è possibile solo rimanendo vicino al nostro Salvatore. Il Padre è l’unica sorgente di vita per coloro che credono, ascoltano la parola di Dio e la osservano. Anche loro sono, come dice Gesù, madri dei figli di Dio (Mt 12,50). Nessuno può avere Dio per Padre senza la Chiesa per madre, afferma un antico adagio. Come Cristo è maestro, anche la Chiesa insegna e partorisce i figli per la vita eterna. La Chiesa è il corpo mistico di Cristo (Col 1,18).
Secondo il Concilio Vaticano II, la Chiesa non ha alcun paragone sociale possibile. Esistono al mondo tante istituzioni con un loro scopo, che per esser raggiunto prevede anche l’uso della forza. Chi vi appartiene è un membro, non certo un figlio. Nella Chiesa si vive, invece, il mistero amante della sua maternità, dal Battesimo fino all’Estrema unzione. Non sono solo parole, ma l’esperienza della Grazia che salva. I Sacramenti sono segni sensibili ed efficaci della grazia di Cristo. E’ sempre Lui che tocca la nostra lebbra ed essa scompare. Secondo l’espressione dei Padri: la Chiesa è il luogo dove fiorisce lo Spirito Santo (CCC 749).